La Riscossa di Isola delle Femmine

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CRITICHE AL SINDACO PORTOBELLO, ASSOLTO IL BLOGGER PINO CIAMPOLILLO

Un ringraziamento lo esprimo agli amici Avvocati Fabio Falcone e Giuseppe Caltanisetta , grazie al loro impegno e alla loro alta professionalità, mi si è giuridicamente visto riconosciuto il diritto ad esprimere liberamente il mio pensiero critico contro ogni forma di illegalità e di gestione affaristico-clientelare della Cosa Pubblica.

Un ringraziamento particolare lo rivolgo a mio figlio Marco e mia moglie Angela (dipendente del Comune di Isola), con grande senso di responsabilità e di amore, ha dovuto subire nel tempo ed in silenzio, una serie interminabile di umiliazioni e di violenza psicologica (esercitata dai “dimissionati” amministratori) che hanno messo a dura prova la granitica forza della nostra famiglia. Grazie Amore








“ … Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della
cultura che dona all’uomo il suo vero potere ”.

 

 

 

 

 

 

 

 

DECRETO SCIOGLIMENTO CONSIGLIO COMUNALE ISOLA DELLE FEMMINE

CRITICHE AL SINDACO PORTOBELLO, ASSOLTO IL BLOGGER PINO CIAMPOLILLO
BRUNO, CIAMPOLILLO, DIFFAMAZIONE, ENEA VINCENZO, LA CUPOLA
DELLA POLITIKA A ISOLA DELLE FEMMINE, MAFIA, MATASSA, PALazzotto, POMIERO,
PORTOBELLO, SEMNTENZA 648 2014, VOTO DI SCAMBIO,

CRITICHE AL SINDACO PORTOBELLO, ASSOLTO IL BLOGGER PINO CIAMPOLILLO

ISOLA DELLE FEMMINE Mafia: Crocetta, entro giugno firma per Giardino della memoria

Strage di Capaci, Tina Montinaro: «Basta antimafia da parata»

Tina Montinaro dice basta all’«antimafia da parata» dei politici. «Che dicano chiaramente Non ce ne frega un accidente della memoria di quel giorno, di rendere onore al sacrificio di cinque persone morte mentre servivano lo Stato”»

Tina Montinaro

Tina Montinarola vedova di Antonio Montinaro, il caposcorta di Falcone ucciso nella strage di Capaci e presidente dell’associazione Quarto Savona Quindici, in una nota bacchetta le istituzioni e la classe politica regionali: «Anche quest’anno le istituzioni regionali e la classe politica siciliana si sono contraddistinte per il manifesto disinteresse verso la memoria diAntonio MontinaroVito Schifani e Rocco Di Cillo, i tre poliziotti morti il 23 maggio del 1992 sull’autostrada A29, insieme al giudice Giovanni Falcone e a sua moglie Francesca Morvillo. Ci auguriamo – scrive Tina Montinaro – che, per conservare un briciolo di coerenza e onestà intellettuale, non sfoggino la solita retorica del ricordo, buona solo a far passerella sul palcoscenico dell’antimafia parolaia». La vedova Montinaro sottolinea come sia dal 2012 che «si attende che partano i lavori per la realizzazione del Parco della memoria Quarto Savona 15, quello spazio che doveva nascere sul tratto della A29 che collega Capaci a Palermo dove è avvenuto l’attentato e in cui avrebbe potuto trovare una degna collocazione il relitto dell’auto su cui viaggiavano mio marito Antonio, Vito e Rocco. Avevamo avuto l’assicurazione dall’allora governatore Raffaele Lombardo che ci sarebbero stati i finanziamenti, ma oggi non si trova nè la delibera promessa nè i finanziamenti, ai quali avrebbe partecipato anche l’Anas». Le risposte mancate, non riguardano soltanto il precedente governatore della Sicilia. Tina Montinaro spiega di aver chiesto «più volte all’attuale presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, di incontrarmi per fare chiarezza ma è stato tutto inutile, come vane sono state le rassicurazioni di molti politici, pronti, solo a parole, a farsi promotori dell’avvio dei lavori». 
La vedova del caposcorta di Giovanni Falcone, se questi sono i risultati dell’interesse della politica a perseguire un percorso della memoria, chiede ai politici di dire chiaramente «”Non ce ne frega un accidente della memoria di quel giorno, di rendere onore al sacrificio di cinque persone morte mentre servivano lo Stato”. Sarebbe quanto meno un atto di coraggio».

http://100passijournal.info/strage-di-capaci-tina-montinaro-basta-antimafia-da-parata/

Mafia: Crocetta, entro giugno firma per Giardino della memoria








Palermo, 21 mag. – (Adnkronos) – “I lavori di riqualificazione del Giardino della memoria ‘Quarto Savona Quindici’ sono stati già definiti il 5 marzo scorso con il direttore compartimentale dell’Anas e con il commissario straordinario di Isola delle Femmine, Matilde Mulé”. Così il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, risponde a distanza a Tina Montinaro, presidente dell’associazione Quarto Savona Quindici e moglie di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Giovanni Falcone, ucciso nella strage di via D’Amelio. Oggi la vedova dell’agente di scorta aveva denunciato il mancato avvio dei lavori del Parco della Memoria ‘Quarto Savona 15′, che sarebbe dovuto nascere sul tratto della A29 tra Capaci a Palermo, teatro dell’eccidio. I lavori sarebbero dovuti iniziare nel 2012, denuncia Montinaro. Adesso dal governatore Crocetta arriva la rassicurazione. La Regione, infatti, ha recuperato lo stanziamento dell’importo necessario, pianificato con il direttore Tonti dell’Anas “le modalità di realizzazione e la sinergia da attuare”. I primi di giugno la convenzione sarà sottoscritta dallo stesso presidente della Regione, dal Comune di Isola delle Femmine, dal prefetto di Palermo e dal direttore regionale dell’Anas. L’intervento per la realizzazione del nuovo parco urbano “Quarto Savona Quindici” ovrà essere concluso entro 90 giorni dall’affidamento dei lavori. “E’ di tutta evidenza – conclude Crocetta – che l’impegno e l’azione dell’amministrazione regionale e di questo governo, restituire non soltanto il doveroso decoro ad un luogo simbolo per tutta la Sicilia e l’Italia, ma anche conservare e rinnovare ogni giorno la memoria di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e tutti gli uomini uccisi barbaramente dalla mafia, dando anche il giusto riconoscimento alle famiglie per il loro doloroso sacrificio”.
(21 maggio 2014 ore 17.16)
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/-/4502818 





IL 24 MAGGIO 2013 SUCCEDEVA………..

 

capaci-auto-commemor

 

La delusione della vedova Montinaro: “Solo al Nord vogliono l’auto della strage”

La blindata sarà esposta in quaranta comuni tra Emilia Romagna e Veneto

di Romina Marceca – 24 maggio 2013

 
Sono gli indignati delle commemorazioni. Stanchi delle parate ufficiali, delle «frasi di circostanza e delle «lacrime a orologeria». Dal magistrato alla vedova dell’agente di scorta e fino ai poliziotti che, dopo le cerimonie, si ritrovano a combattere contro i tagli previsti dallo Stato.

 

Tina Martinez, vedova di Antonio Montinaro, il caposcorta del giudice Falcone, per la prima volta non ha partecipato a Palermo alle commemorazioni della strage di Capaci. Prima di salire sull’aereo per Verona si è sfogata: «È una vergogna. Sarò in giro tra 40 comuni del Veneto e dell’Emilia per esporre la macchina blindata recuperata dal luogo della strage e che a Palermo nessuno vuole. Da due anni lotto per ottenere un giardino della memoria a Isola delle Femmine, mi è stato risposto che in quel Comune ci sono state infiltrazioni mafiose». Replica il commissario straordinario Vincenzo Covato: «La pratica non è chiusa ed è all’esame della commissione straordinaria».


«Nessuno in Sicilia mi ha invitata alle commemorazioni e invece al nord hanno finanziato il viaggio dell’auto per commemorare i nostri morti», aggiunge Tina Martinez, fondatrice dell’associazione «QuartoSavonaQuindici », dalla sigla della squadra che proteggeva Falcone. «Dopo 21 anni — dice — non abbiamo un’unica verità e restano solo la retorica e le parate ufficiali. I giovani sono la mia ultima speranza, per questo vado nelle scuole».


Anche il giudice Piergiorgio Morosini non ha partecipato alle commemorazioni. Ieri era nel suo ufficio del Tribunale tra le carte del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. «Su Capaci ci sono ancora pezzi mancanti e la verità giudiziaria venuta a galla finora è una verità parziale. Questo non è rassicurante in uno Stato democratico. Penso che trascorrere anche queste giornate di ricordo al proprio lavoro è il modo migliore per onorare la memoria dei nostri caduti. Sarebbe bene mettere da parte i gossip sui processi e dedicarsi invece agli eventi di cui i processi si occupano».


Antonio Ingroia, invece, ha scritto su Facebook: «Ricordo Giovanni Falcone sempre, perché è stato uno dei miei maestri. Provo amarezza perché nell’anniversario lo piangono tutti ma poi i suoi insegnamenti e i suoi moniti a vigilare sulle collusioni tra affari, politica e criminalità organizzata vengono sistematicamente dimenticati».


Ieri alla caserma Lungaro, per la deposizione della corona di fiori, erano pochi i parenti dei tre agenti di scorta uccisi nel 1992. Tra questi c’era Alba Terrasi, convivente di Rocco Dicillo: «Si ricorda e si prova rabbia per quella verità che non arriva». Indignati anche i sindacalisti della polizia. «Ai vivi chi ci pensa? — si chiede Mimmo Milazzo, segretario generale Consap — Lo Stato sta decidendo di alzare l’età pensionabile e mancano i mezzi». «L’ultimo taglio — aggiunge Giovanni Assenzio, segretario generale Siulp — è di duemila ore di straordinario. Il reparto scorte ha metà delle blindate ferme e da dicembre non viene pagato lo straordinario “Emergenza Africa” ai poliziotti del reparto mobile».


 

La Repubblica

 

TINA
MONTINARO LA MAFIA A ISOLA è SEMPRE ESISTITA

 

http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2012/05/tina-montinaro-la-mafia-isola-e-sempre.html

 

20 ° anniversario della strage di Capaci.

http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2012/05/20-anniversario-della-strage-di-capaci.html

 

Noi
e la paura, lettera a Giovanni Falcone

http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2012/05/noi-e-la-paura-lettera-giovanni-falcone.html

 

“S”
maggio 2012 L’ISPEZIONE
A ISOLA DELLE FEMMINE ecco LE CARTE DELLO SCONTRO

 

 

Il PROFESSORE. “ la notizia mi è arrivata come un fulmine a ciel sereno “


 


CERTO E’ COMPRENSIBILE Si fa fatica a “leggere” i fatti ciò che ci circonda quello che avviene, si fa fatica ad osservare ed interpretare la realtà, quando in genere si è occupati a fare altro……….


 

 

SUCCEDE che l’omicidio avvenuto ad Isola delle Femmine di Pietro Enea nel lontano 1982 ad oggi non abbia trovato il colpevole di quest’efferato omicidio
SUCCEDE ad Isola delle Femmine, un’area di 1.800 metri quadri (vedasi Conferenza di servizi conclusa il 29/10/2001) destinato alla rimessa e deposito del Cantiere del Raddoppio ferroviario S.I.S. sia CONCESSA da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale d’Isola un’area di dieci volte superiore con la costruzione di un’industria di Calcestruzzi
SUCCEDE ad Isola delle Femmine, nell’ottobre del 2006, in Piazza Umberto arresto del boss latitante Salvatore Alfano importante esponente della famiglia mafiosa Della Noce
SUCCEDE che due imprenditori scompaiano da Isola delle Femmine e non ne sappia più nulla.
SUCCEDE  che ad Isola delle Femmine in vari blitz dei Carabinieri e della Guardia di Finanza siano sequestrati beni appartenenti a famiglie mafiose
SUCCEDE  che il territorio d’Isola delle Femmine veda la presenza di mafiosi arrestati nell’operazione ADDIO PIZZO 5
SUCCEDE  che le elezioni amministrative del 2009 per Sua stessa ammissione siano inquinate per intervento della mafia.   Lei si era accorto di ciò, vedasi delibera 52 dell’anno 2009.
SUCCEDE  che Isola delle Femmine ad oggi 2012 non si sia dotato di un moderno Piano Regolatore Generale (è in vigore quello del 1977)
SUCCEDE  un’area destinata alla costruzione di una pubblica VIA sia destinata alla costruzione di un “Parco Urbano”. Quella stessa area costruita su materiale di risulta proveniente dal cantiere del raddoppio ferroviario di quella stessa azienda che: «… i vertici della S.I.S. erano coscienti della forza di Impastato… Dalle carte dell’inchiesta… salta fuori che tanti politici, di schieramento diverso, hanno bussato alla porta della S.I.S. per piazzare operai e imprese nei cantieri» «… dal presidente dell’Ars, Francesco Cascio del Pdl, agli onorevoli Francesco Mineo (Grande Sud) e Riccardo Savona dell’Udc… dall’ex assessore del comune di Palermo Patrizio Lodato (Italia Domani) al sindaco di Isola delle Femmine, Gaspare Portobello (lista civica). (pag 6 Vicenza Più 24 giugno 2011 )
SUCCEDE  che sull’attività svolta in questi ultimi anni dall’Ufficio Tecnico Comunale d’Isola delle Femmine si siano concentrate tutta un serie di denunce e disfunzioni giuridiche e burocratiche.
SUCCEDE  che a ridosso della Italcementi (azienda insalubre per la salute umana e per l’ambiente) siano state permesse costruzioni di civili abitazioni, scuole, pronto soccorso e attività sportive.  
SUCCEDE  che l’intero territorio d’Isola delle Femmine sia in pratica massacrato dalla continua cementificazione
SUCCEDE  che l’intero territorio d’Isola delle Femmine per una buona metà della Sua Sindacatura sia stato letteralmente ricoperto di MUNNEZZA
SUCCEDE   Isola delle Femmine non sia mai caduta cosi in basso!
SUCCEDE  per salvaguardare la democrazia la partecipazione, la legalità e la trasparenza nella gestione della Cosa Pubblica debba intervenire una Commissione Governativa
SUCCEDE che la GIOIA l’ALLEGRIA la SOCIALITA’ non abbiano più diritto di cittadinanza ad Isola delle Femmine
Il PROFESSORE l’abbiamo lasciato nella Sua “ per me la notizia è come un FULMINE a ciel sereno…”

 

Il PROFESSORE ricorda molto la canzone di Guccini “….. alla stazione di Bologna la notizia arrivò in u baleno un…………”

SUCCEDE! SUCCEDE! SUCCEDE! SUCCEDE! SUCCEDE!
Lei  ” come un fulmine a ciel sereno ” Ci chiediamo se effettivamente si rende conto di ciò che proferisce.
TINA MONTINARO,  che la realtà riesce a leggerla molto bene se non altro per i suoi trascorsi e per le sue sofferenze,  informa il PROFESSORE che “ La mafia a Isola delle Femmine è sempre esistita, diciamo la verità, non è del tutto INEDITO ma le infiltrazioni mafiose sul territorio di Isola delle Femmine ci stanno da sempre, diciamo la verità, ci stanno da SEMPRE se no  insomma manco le stragi facevano NO! Dico  questo,  insomma QUI nessuno è CRETINO”
Un suggerimento per il Consigliere di MAGGIORANZA dichiaratosi egli stesso presidio della legalita’ a Isola delle Femmine
RIFLETTA BENE sulle parole della Tina. Le saranno di conforto e di sostegno per   DIMETTERSI IMMEDIATAMENTE come aveva promesso “….. NEL MOMENTO IN CUI MI RENDESSI CONTO CHE…”
n.b. Suggerisca al PROFESSORE di seguirla IMMEDIATAMENTE
Questo naturalmente in sintonia per quanto avete sempre AFFERMATO:
“Noi amiamo Isola delle Femmine”

A “Brontolo” le stragi di mafia e il ricordo del giudice Falcone

 IL 26 MAGGIO 2012 SUCCEDEVA:

 

 

Bertolt Brecht  : “Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente”
Non mi piace pensare che esiste l’ingiustizia della legge, non mi piace perché è dura da digerire, mi rendo conto che spesso e volentieri si perde traccia degli eventi perché non sono più sensazionali e solo grazie alla diretta conoscenza delle persone coinvolte verrai a sapere che quella storia non è finita così. Ma…………..
Pino Ciampolillo
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti  è puramente casuale !!!!!!!!!!!!
“ Non c’è niente di più profondo di ciò che appare in  superficie “

 

 

Fonte http://www.livesicilia.it

Autore Riccardo Lo Verso

ISOLA DELLE FEMMINE Mafia: Crocetta, entro giugno firma per Giardino della memoria

Distilleria Bertolino: autorizzazione scaduta da due anni, chiesta la chiusura IV COMMISSIONE ‘AMBIENTE E TERRITORIO’ SED. N. 120 DEL 07 MAGGIO 2014 e la Italcementi di Isola delle Femmine ?

audizione bertolino inizia al 48° minuto  



http://www.youtube.com/watch?v=LJIrGycMPIQ&list=UUoUIsnqIdQk7en_lo26gCJQ 

IV COMMISSIONE ‘AMBIENTE E TERRITORIO’ SED. N. 120 DEL 07 MAGGIO 2014


Seduta n. 120 del 7.05.14 XVI Legislatura




2. Audizione relativa all’inquinamento prodotto dall’attività della distilleria Bertolino S.p.A. nel comune di Partinico (PA).




Presidente: Trizzino Giampiero (MOVIMENTO 5 STELLE).
• Malafarina Antonio (IL MEGAFONO LISTA CROCETTA).
• Ferrandelli Fabrizio (PD).
• Assenza Giorgio (FORZA ITALIA).
• Bandiera Edgardo (FORZA ITALIA).
• Cirone Maria in Di Marco (PD).
• Fazio Girolamo (MISTO).
• Foti Angela (MOVIMENTO 5 STELLE).
• Palmeri Valentina (MOVIMENTO 5 STELLE).
• Sudano Valeria (ARTICOLO QUATTRO).
• Turano Girolamo (UDC Unione Di Centro).

Dott. BERINGHELI Rino, dirigente dipartimento regionale infrastrutture,
• mobilità e trasporti
• Dott. INGROIA Antonino, commissario straordinario della Provincia regionale
• di Trapani
• Dott. GIANVITO Mauro, assessore del comune di Erice (TP)
• Sig. PALERMO Franco, presidente Funierice Service
• Dott.ssa LIBRIZZI Gandolfo, capo di gabinetto vicario dell’assessore
• regionale per il territorio e l’ambiente
• Dott. LICATA di BAUCINA Francesco, dirigente generale ARPA Sicilia
• Dott. LIBRICI Luigi, dirigente ARPA Sicilia
• Sig. RICUPATI Gianluca, gruppo consiliare ‘Cambiamo Partinico’
• Ing. LO IACONO Francesco, gruppo consiliare ‘Gruppo Misto’
• Avv. TAFARELLA Francesco, Legambiente Partinico
• Arch. GRIMAUDO Giacomo, osservatorio G. La Franca
• Dott. DI MICELI Gioacchino
• Sig. LO BIUNDO Emanuele (ASSENTE)



http://www.ars.sicilia.it/icaro/default.jsp?icaAction=showDoc&id=2




Distilleria Bertolino: autorizzazione scaduta da due anni, chiesta la chiusura

La IV commissione Territorio ed Ambiente, presieduta dal Grillino Giampiero Trizzino, ha ascoltato i rappresentanti dell’Arpa, quelli dell’Arta che sono gli organi preposti al rilascio delle autorizzazioni, in presenza di diversi deputati regionali. Nessuno ha più potuto nascondere il fatto che l’autorizzazione della Distilleria Bertolino, per l’emissione in atmosfera dei fumi è scaduta dal 2012 e da due anni l’impianto lavora senza autorizzazione. Tra l’altro il dottor Librici in rappresentanza dell’Arpa, Agenzia regionale per l’Ambiente, si è accorto dopo anni di analisi, che la distilleria scarica in atmosfera unità odorimetriche in una quantità esageratamente superiore ai limiti di legge e che il fastidio avvertito dalla popolazione è giustificato da questa emissione irregolare.



Siamo nel 2012, sono i giorni in cui nasce quella che poi sarebbe diventata la lista “Patto per Monselice”. In questa intercettazione Mamprin afferma che l’allora presidente della Provincia Barbara Degani lo aveva indicato quale futuro candidato sindaco di Monselice, dandogli il mandato di curare le alleanze con Udc e Lega e di costituire “assolutamente” un’associazione che “partendo come associazione culturale poi può diventare un partito, una lista civica”. È in questa telefonata che emerge chiara anche la valutazione tutto sommato negativa che Degani e Mamprin hanno del sindaco Lunghi, considerato un bravo medico ma uno che politicamente non vale nulla
Alvise Zillo chiama il vicesindaco Mamprin per precisare che un tale Riccardo va dicendo che il vicesindaco di Monselice gli ha confidato che Italcementi chiude Monselice e compra Este e, ancora una volta, Mamprin con tono apparentemente sorpreso, garantisce di non conoscere alcun Riccardo, salvo poi contattare un “Riccardo” per chiarire eventuali malintesi.

In  una telefonata Mamprin e Lunghi criticano l’affermazione di un lavoratore della cementeria che aveva osato ammettere: “Miazzi avrebbe ragione, perché è vero che inquiniamo” e Mamprin, redarguendolo, commenta: “ma cos’è che buttate fuori, merda? …allora! …per andare avanti e per vivere bisogna pagare anche degli scotti!”



Il vicesindaco Mamprin telefona al sindaco Lunghi per segnalargli un intervento di Francesco Miazzi pubblicato dal “mattino di Padova“: “E’ una testa di c…”, sottolineano i due. “Con tutta la crisi che c’è va a occuparsi di queste cose”
Ecco la telefonata tra l’ingegner Francesco Corsato della cementeria Zillo e il vicesindaco Gianni Mamprin in preparazione del consiglio comunale del 2 agosto 2012, per garantire la bocciatura della mozione sul divieto di utilizzare rifiuti nel processo di produzione del cemento. Mamprin aveva chiesto alla Cementeria di Monselice una relazione che il sindaco avrebbe letto durante quel consiglio comunale. E all’ingegner Corsato, procuratore speciale della Cementizillo (che nel frattempo aveva comprato la Cementeria dei Monselice), che gli chiede cosa scrivere nella relazione, Mamprin risponde con sicurezza che la relazione da presentare ai consiglieri deve essere semplice e non troppo dettagliata, e che non doveva assolutamente toccare gli argomenti né della diossina né dei combustibili da rifiuti di cui semmai si sarebbe parlato “fra tre o quattro anni”: cioè nel 2015-2016.


Revamping, ecco le carte segrete: «Italcementi aveva già deciso la chiusura»

Il comitato “E Noi” pubblica le indagini dei carabinieri: c’erano trattative con Zillo per comprare Este e spegnere Monselice. Tutte le intercettazioni


di Francesca Segato 
MONSELICE. Dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Padova sul revamping Italcementi spuntano fuori le intercettazioni telefoniche. Il comitato “E Noi?” rende infatti pubbliche le registrazioni delle telefonate ascoltate, nell’estate del 2012, dai carabinieri del Noe, nell’ambito dell’indagine sulle presunte forzature per assicurare il via libera al progetto Italcementi: il pm ha chiesto l’archiviazione non ravvisando alcun reato, richiesta contro la quale è stata presentata opposizione: deciderà il 10 giugno il giudice in udienza. In quella fase l’iter per le autorizzazioni al revamping era ormai concluso. Nelle telefonate, però, si parla molto della Cementeria di Monselice, che in quel periodo aveva presentato la richiesta per utilizzare i rifiuti nel processo produttivo. Tra gli intercettati il sindaco uscente Francesco Lunghi e il vicesindaco Gianni Mamprin.
«Ho avuto l’autorizzazione di accedere agli atti relativi alle indagini svolte dai carabinieri» spiega Silvia Mazzetto, presidente del comitato “E Noi?”. «Ho ritenuto opportuno divulgare queste informazioni perché da questi atti emerge uno scenario a mio parere sconvolgente di quella che è stata la ragnatela di affari che ha governato Monselice in questi ultimi anni. Penso sia giusto che i cittadini conoscano in che modo sono state manipolate le informazioni che riguardavano le cementerie, nel deliberato scopo di tenere aperto lo scontro sociale e dare addosso agli oppositori».
È pesante quello che afferma, perché parla di manipolazioni?

«Dall’ascolto delle telefonate si capisce come i nostri amministratori fossero a conoscenza di scenari che hanno tenuto nascosti alla cittadinanza. Il 27 luglio 2012 (telefonata 3686, 3694) Alvise Zillo (Cementizillo) telefona a Mamprin, preoccupato per alcune voci uscite dal Comune sul progetto segreto di Italcementi di chiudere lo stabilimento di Monselice per acquisire la cementeria Zillo di Este, paventando la possibilità che la fuga di notizie possa irritare la multinazionale che avrebbe potuto così abbandonare le trattative. Zillo si raccomanda di“smorzare la situazione”. Mamprin cerca di rassicurarlo garantendogli insistentemente di non aver parlato con alcuno. Ma, dopo solo tre minuti, telefona a Fabrizio Ghedin (addetto stampa del Comune e promotore con Mamprin del Patto per Monselice) riferendogli delle preoccupazioni di Zillo per verificare se avesse parlato di quel fatto con qualcuno, visto che del progetto ne erano a conoscenza solo “io (Mamprin) tu e il sindaco”. (3692, 3696). Alvise Zillo richiama Mamprin per precisare che un tale Riccardo va dicendo che il vicesindaco di Monselice gli ha confidato che Italcementi chiude Monselice e compra Este e, ancora una volta, Mamprin con tono apparentemente sorpreso, garantisce di non conoscere alcun Riccardo, salvo poi contattare (3757) un “Riccardo” per chiarire eventuali malintesi. Sembrerebbe dunque che già nel luglio del 2012 Italcementi fosse intenzionata a lasciare Monselice, pur avendo già incassato il primo via libera del Consiglio di Stato che consentiva la realizzazione del revamping. E di questo il sindaco Lunghi e il vicesindaco Mamprin erano perfettamente a conoscenza».



E quali altri fatti sarebbero stati taciuti?
«Risulta evidente la contraddizione tra quanto viene affermato lontano dai microfoni e quanto invece viene dichiarato pubblicamente dal sindaco e dal vicesindaco. In una telefonata Mamprin e Lunghi criticano l’affermazione di un lavoratore della cementeria che aveva osato ammettere: “Miazzi avrebbe ragione, perché è vero che inquiniamo” e Mamprin, redarguendolo, commenta: “ma cos’è che buttate fuori, merda? …allora! …per andare avanti e per vivere bisogna pagare anche degli scotti!” (3654). E anche il sindaco in una telefonata con il consigliere Baratto dichiara a commentando il comportamento “non allineato” del consigliere Basso: “Grande delusione Andrea Basso! Contro gli accertamenti fiscali, contro la finanza, contro… ma questo qui è matto, guarda. Lui per i rifiuti si astiene…Secondo me non c’è con la testa, secondo me non ha capito niente, né di politica né di società, guarda. È un tosetto, questo è come i grillini… come il sindaco di Mira che ha detto che lui fa un piano regolatore dove non fa costruire più niente. Perfetto, quelli che l’hanno votato saranno contentissimi … prima devono comprarsi le case esistenti, niente strade, niente asfalto… deve fare l’ecologia… questi non hanno capito un cazzo. Ma chi non vuole un mondo tutto pieno di fiori, ma la gente deve anche mangiare eh… (…) Ma questo è il paradiso terrestre prima della cacciata, purtroppo il peccato originale c’è stato e ci tocca subire, anche l’inquinamento»(768). Per non parlare delle numerosissime telefonate con la Cementeria di Monselice, dalle quali emerge il fattivo apporto del vicesindaco e indirettamente del sindaco in preparazione del Consiglio comunale del 2 agosto 2012, per garantire la bocciatura della mozione sul divieto di utilizzare rifiuti nel processo di produzione del cemento. Telefonate da cui emerge la sudditanza dei nostri amministratori nei confronti dei cementifici e come siano pronti anche a spianare la strada all’incenerimento di rifiuti».
Perché sostiene questo?

«Mamprin aveva chiesto alla Cementeria di Monselice una relazione che il sindaco avrebbe letto durante quel Consiglio comunale. E all’ingegner Corsato, procuratore speciale della Cementizillo (che nel frattempo aveva comprato la Cementeria dei Monselice), che gli chiedeva cosa scrivere nella relazione, Mamprin rispondeva con sicurezza che la relazione da presentare ai consiglieri doveva essere semplice e non troppo dettagliata, e che non doveva assolutamente toccare gli argomenti né della diossina né dei combustibili da rifiuti di cui semmai si sarebbe parlato “fra tre o quattro anni”: cioè nel 2015-2016” (2097).



Ma questo interessamento in difesa delle cementerie non si può spiegare semplicemente con la difesa dei posti di lavoro?

«Non lo so, visto che in una telefonata con il sindaco Lunghi, Mamprin arriva ad affermare: “Secondo me, se il revamping non va fatto è anche meglio” (272). Abbiamo amministratori che si proponevano come paladini dei lavoratori, ma che in realtà si disinteressavano della chiusura di Italcementi. Uomini di potere che, approfittando della delicata situazione, hanno deliberatamente indirizzato contro comitati e opposizione il risentimento dei lavoratori per trarne un immediato e personale vantaggio, e per contribuire a tenere segrete delle scelte aziendali che, evidentemente, avrebbero potuto essere impopolari».














ITALCEMENTI SOPRALLUOGHI ARPA 2009 NON E’ STATA PRESENTATA ISTANZA A.I.A. VEDI 693 OBBLIGO REVAMPING PAG 4

LA ITALCEMENTI DI ISOLA DELLE FEMMINE INQUINA?

La Italcementi di Isola delle Femmine inquina? di isolapulita

Assessore Territorio Ambiente
Regione Sicilia
DIRIGENTE GENERALE
Dott. Gaetano Gullo
 Via Ugo La Malfa 169
90146 PALERMO protocollata 25
ottobre 2013
Regione Sicilia
1° Servizio VIA-VAS
dr. Giorgio D’Angelo
Via Ugo La Malfa 169
90146 PALERMO protocollata 25
ottobre 2013
Assessore Territorio Ambiente
Regione Sicilia
Dott.sa  Mariella Lo Bello
Via Ugo La Malfa 169
90146 PALERMO protocollata 25
ottobre 2013
FAX 091 7077963
IV Commissione Ambiente e
Territorio
Assemblea Regionale Siciliana   
Onle Giampiero Trizzino
Piazza Indipendenza 21
90129 PALERMO
 FAX 091 7054564
Raccomandata R.R.
Anticipata via fax
Oggetto: Decadenza,
per inosservanza prescrizioni,  decreto
693 18 luglio 2008
Il Sottoscritto Coordinatore del  Comitato Cittadino Isola Pulita con la
presente intende ribadire  quanto
dichiarato nel corso della riunione del Tavolo tecnico tenutosi presso il 1°
Servizio VIA-VAS  di questo Assessorato,
avente ad oggetto “Procedura A.I.A. Impianto IPPC ditta Italcementi S.p.a.”:
.
Considerato che la
procedura di autorizzazione integrata ambientale, in particolare per I
cementifici, ha diverse funzioni, quelle di maggior interesse sono le seguenti:
a) verifica puntuale delle
autorizzazioni ambientali esistenti per ricondurle ad una unica 
autorizzazione tenendo
conto del principio della applicazione della
prevenzione e riduzione  dell’inquinamento, al fine di
raggiungere l’obiettivo di un elevato
 
livello di protezione ambientale e della popolazione.
b) Verifica della applicazione
delle migliori tecnologie disponibili (sulla base di linee guida 
redatte per conto della Commissione
della Unione Europea ed a
  livello
nazionale) atte a 
ridurre gli impatti
ambientali e, tenendo conto delle caratteristiche tecnologiche e la durata 
di vita tecnica dell’impianto, la
previsione di
prescrizioni atte a ricondurre l’impianto, ove necessario, a raggiungere
prestazioni idonee entro tempi certi.
c) La fissazione di limiti emissivi
per le diverse matrici ambientali di interesse (emissioni, 
scarichi, rumore, ecc) che tengano
conto delle
tecnologie disponibili e applicabili al caso in  esame ma anche delle caratteristiche
ambientali della area limitrofa all’impianto. In tal caso possono essere
prescritti
limiti inferiori
a quelli stabiliti dalle norme nazionali applicabili  all’impianto e anche limiti inferiori alle
prestazioni ottenibili dall’applicazione delle
 migliori tecnologie ove le criticità locali
siano tali da renderle necessarie.

d) La individuazione di dettaglio
di un programma di monitoraggio a cura del gestore e di un  programma di controllo da parte degli enti
preposti che riguardi oltre al rispetto dei limiti  emissivi disposti anche le specifiche
modalità gestionali prescritte e il rispetto concreto  delle migliori tecnologie disponibili
individuate per l’impianto
.

Preso atto dell’istanza
presentata, dalla  Italcementi datati
3.11.2006,, contenente un progetto di modifica dell’impianto esistente ed ammodernamento tecnologico dell’impianto.
Preso atto  che in data 31.01.08 nella seduta della
Conferenza dei  Servizi la Italcementi
faceva richiesta di concessione dell’A.I.A. esclusivamente per l’utilizzo del
pet-coke come combustibile nel vecchio impianto, escludendo così  il progetto di modifica dell’impianto che la
Italcementi aveva presentato  il
3.11.2006
Preso atto che il 29
agosto 2008 la G.U.R.S. il decreto 693 del 18 luglio 2008 con cui il
“Dirigente”  del 2° Servizio VIA-VAS Ing
Vincenzo Sansone rilasciava l’autorizzazione Integrata Ambientale  alla Italcementi S.p.a.
Preso atto che il decreto 693 autorizzativo:
articolo 13 recita: “ Questo Assessorato, nella qualità di Autorità
competente per l’AIA, provvederà ad effettuare una visita ispettiva presso
l’impianto  congiuntamente con gli enti
che hanno rilasciato parere in merito ai lavori oggetto, successivamente alla
comunicazione di inizio dell’attività di produzione dell’impianto, al fine di
verifica  la attuazione delle
prescrizioni in fase di realizzazione dei lavori. La società Italcementi S.p.a.
è onerata, i quella sede, a voler consegnare ad ogni ente intervenuto copia di
progetto aggiornato con le previsioni delle suddette prescrizioni….”
articolo 7 recita: “subordinato
al rispetto delle condizioni e di tutte le prescrizioni impartite dalle
competenti autorità intervenute  in sede
di conferenze dei servizi ed indicate nei pareri sopra riportati, che fanno
parte integrante e sostanziale del presente decreto. In particolare, dalla data
di notifica del presente provvedimento dovranno essere osservate le
prescrizioni relative all’applicazione delle migliori tecniche disponibili,
dettate dai rappresentanti degli Enti preposti a rilasciare parere in
conferenza di servizi decisoria qui di seguito riportate:……….”
articolo pag 6 5° capoverso recita “ E’ fatto obbligo all’azienda
di procedere, entro 24 mesi dal rilascio della presente autorizzazione, alla
conversione tecnologica (revamping) dell’impianto con il completo allineamento
alle Migliori Tecniche Disponibili (M.T.D.) previste per il settore  cemento, al fine di ottenere un sostanziale
miglioramento delle prestazioni ambientali per quanto riguarda l’abbattimento
dei principali inquinanti (polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo).
Nell’ambito dell’intervento di conversione tecnologica l’azienda è in ogni caso tenuta a realizzare
un sistema di abbattimento delle  polveri
che garantisca, per il forno di cottura (attualmente camino E35), un livello
emissivo inferiore a 15 mg/Nm3 (media oraria).……….”
Visto  l’atto d’invito e diffida  a provvedere con istanza in autotutela, inviato
con Raccomandata  R.R. 14344889362-1  del 21-03-2011 al 2° Servizio VIA-VAS  Assessorato TT.AA. Atto a tutt’oggi rimasto
inevaso.
Considerato che alla data della presente sono ampiamente decorsi i termini (24 mesi)
di adeguamento alle prescrizioni imposte alla Italcementi S.p.a., con il
decreto n.693 del 18 luglio 2008 emesso dall’Assessorato Regionale Territorio
Ambiente senza che risulti  realizzato
alcun intervento volto ad uniformarsi alle previsioni della predetta
Autorizzazione Integrata Ambientale.
Considerato che tale condotta comporta una grave responsabilità per Italcementi
S.p.a. che continua ad utilizzare un impianto altamente inquinante e nocivo per
la salute dei Cittadini, ma è foriero di responsabilità anche per
l’Amministrazione regionale per i suoi agenti che rimanendo inerti sono
solidamente responsabili con l’Italcementi S.p.a., per i danni alla salute dei
cittadini;
Considerato che non risulta che l’amministrazione abbia effettuato alcun controllo in
ordine all’adempimento delle prescrizioni imposte nei termini previsti
dall’A.I.A., nonostante che in data 18.1.2011 è stata comunicata
all’amministrazione regionale una situazione di emergenza ambientale relativa a
notevoli e pericolose esalazioni di fumo provenienti dalla cementerai e che di
tale emergenza è stata informata l’autorità giudiziaria;
Considerato che ogni ulteriore inerzia da parte dell’amministrazione regionale appare
foriera di gravi responsabilità per la stessa e , specialmente dei suoi agenti
per i gravi pericoli che corre la comunità locale in particolare i cittadini
che risiedono a ridosso del cementificio;
Considerato che la tutela della salute e dell’ambiente costituiscono interessi
pubblici sensibili,con valore primario e prevalente che obbliga
l’amministrazione ad una maggiore sensibilità in ordine alle attività di
controllo nel caso di pericolo;
Tutto quanto sopra premesso e considerato
 Questo Comitato Cittadino Isola Pulita sollecita
gli  Enti in indirizzo, per le competenze
che la legge affida loro, a voler provvedere con urgenza a sospendere e/o
revocare l’Autorizzazione Integrata Ambientale di cui al decreto n 693 del 18
luglio 2008, per il mancato adeguamento alle prescrizioni imposte nel termine
previsto dalla stessa  e/o per gli altri
motivi che l’autorità che legge la presente vorrà verificare a seguito di
adeguato ed idoneo controllo sulla documentazione e sull’impianto oggetto
dell’A.I.A.
Comitato Cittadino Isola Pulita
Giuseppe Ciampolillo
Via Sciascia 13
90040 Isola delle Femmine
Per maggiori informazioni si
trovano sui siti del Comitato Cittadino Isola Pulita:

ITALCEMENTI
ISOLA DELLE FEMMINE Interrogazione a 


risposta scritta 4-03034 MANNINO Claudia
21 dicembre 2013, 


seduta n. 143


Camera,
interrogazione a risposta scritta 
  di Claudia MANNINO
(M5S)

il decreto legislativo
30 luglio 1999, n. 300 attribuisce al Ministero della Salute le funzioni
spettanti allo Stato, in materia di tutela della salute umana, di tutela della
salute nei luoghi…
                    
presentato il: 21/12/2013
                    
 
Atto Camera  
   
 Interrogazione
a risposta scritta 4-03034 presentato da MANNINO Claudia testo di Sabato 21
dicembre 2013, seduta n. 143  


 MANNINO.
— Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:   
il decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 300 attribuisce al Ministero della Salute le
funzioni spettanti allo Stato, in materia di tutela della salute umana, di
tutela della salute nei luoghi di lavoro e di igiene e di sicurezza degli
alimenti;   
 lo
stesso decreto legislativo stabilisce che il Ministero della Salute svolge le
funzioni di competenza statale concernenti la tutela della salute umana anche
sotto il profilo ambientale, nonché il monitoraggio della qualità delle
attività sanitarie regionali;   
 a
seguito di sopralluoghi effettuati dalle competenti autorità il 6 dicembre 2005
risultava che la «cementeria di Isola delle Femmine», sita nel comune di Isola
delle Femmine, utilizzasse come combustibile, per i propri impianti di
produzione, il petcoke senza avere ottenuto alcuna autorizzazione;   
 a
seguito di un atto di diffida della regione siciliana, il gestore dell’impianto
ha presentato, in data 3 novembre 2006, un’istanza per ottenere
l’Autorizzazione Integrata Ambientale necessaria a realizzare un progetto di
conversione tecnologica degli impianti produttivi (revamping);   
 nel
corso del procedimento autorizzatorio, il soggetto gestore ha chiesto il
rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, esclusivamente per
l’impianto esistente includendo il coke di petrolio tra i combustibili
utilizzati, impegnandosi a ripresentare una richiesta di autorizzazione per la
realizzazione del progetto di conversione tecnologica dell’impianto, dopo aver
acquisito il necessario giudizio di compatibilità ambientale per la
realizzazione delle opere previste nello stesso progetto;   
 con
decreto del responsabile del servizio n. 693 del 18 luglio 2008, è stata
rilasciata alla società italcementi SpA l’autorizzazione integrata ambientale
per l’impianto esistente «cementerà di Isola delle Femmine», sito nel comune di
Isola delle Femmine, che consente l’impiego del coke di petrolio tra i
combustibili autorizzati;   
 l’articolo
6 del decreto n. 693 del 2008 stabilisce che «il provvedimento definitivo sarà
subordinato alle risultanze della visita di collaudo», in seno alla quale gli
enti preposti al controllo potranno, se ritenuto necessario, modificare le
condizioni e le prescrizioni autorizzative, stabilite dall’articolo 7 dello
stesso decreto n. 693 del 2008;   
 l’articolo
7 del decreto n. 683 del 2008 elenca, dettagliatamente, le condizioni e le
prescrizioni che devono essere rispettate relativamente al recupero dei rifiuti
come materie prime, ai limiti di emissione, alla conversione tecnologica
dell’impianto, all’uso dei combustibili e ai consumi energetici, al trattamento
dei rifiuti prodotti e infine alle attività di monitoraggio, stabilendo che
l’efficacia dell’Autorizzazione Integrata Ambientale «viene subordinata al
rispetto delle condizioni e di tutte le prescrizioni impartite dalle competenti
autorità intervenute in sede di conferenza di servizi», e che a far data dalla
notifica del provvedimento «dovranno essere osservate le prescrizioni relative
all’applicazione delle migliori tecniche disponibili, dettate dai
rappresentanti degli Enti preposti a rilasciare parere in conferenza di servizi
decisoria» riportate dettagliatamente nello stesso decreto;   
 tra
le prescrizioni relative all’impianto, fissate dal Decreto 683/2009,
all’articolo 7, è stato inserito l’obbligo, per il gestore, di procedere –
entro 24 mesi dal rilascio dell’autorizzazione – alla conversione tecnologica
(il cosiddetto revamping) dell’impianto con il completo allineamento delle
migliori tecniche disponibili (M.T.D.) per la produzione del cemento, al fine
di ottenere un sostanziale abbattimento dei principali inquinanti: polveri,
ossidi di azoto e ossidi di zolfo;   
 a
distanza di più di 5 anni dal rilascio dell’autorizzazione integrata
ambientale, la conversione tecnologica dell’impianto, prescritta dall’articolo
7 del decreto n. 683 del 2009, non è stata realizzata;   
 non
risulta che l’amministrazione competente al rilascio dell’AIA abbia effettuato
alcun controllo in ordine all’effettivo adempimento, da parte del soggetto
gestore, alle prescrizioni dettagliatamente elencate nel decreto n. 683 del
2009, nonostante – in data 18 gennaio 2011 – sia stata comunicata
all’amministrazione regionale e all’autorità giudiziaria una situazione di
emergenza ambientale relativa a notevoli e pericolose esalazioni di fumo
provenienti dalla cementeria;   
 nel
comune di Isola delle Femmine, in provincia di Palermo, continua, dunque, ad
operare un impianto per la produzione del cemento, che non utilizza le
tecnologie disponibili per conseguire un effettivo abbattimento delle emissioni
inquinanti: polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo;   
 la
mancata ottemperanza alle prescrizioni fissate nel provvedimento di rilascio
dell’Autorizzazione Integrata Ambientale – e in particolare a quella
concernente l’obbligo di adeguamento tecnologico dell’impianto esistente – non
costituisca una grave minaccia per la salute pubblica stante la stessa
collocazione dell’impianto rispetto ai centri abitati circostanti –:
  
 quali
elementi disponga in merito alla situazione e ai fatti esposti;   
 se
intenda assumere iniziative al fine di tutelare la salute delle comunità che
abitano nel territorio interessato dalle emissioni inquinanti connesse al
funzionamento della cementeria di Isola delle Femmine. (4-03034)
 

PIETRO TOLOMEO DIRIGENTE GENERALE DECRETO 155 29 GENN 2009
CONTRATTO ING NATALE ZUCCARELLO NOMINA DIRIGENTE RESPONSABILE 2 VIA VAS A.IA
ITALCEMENTI DECRETO 693 18 LUGLIO 2008

TOLOMEO PIETRO NOMINA SANSONE DIRIGENTE 2
SERVIZIO VIA VAS A PARTIRE DAL 17 DICEMBRE 2008 DOPO  CINQUE MESI DALLA FIRMA COME RESPONSABILE DEL 2° SERVIZIO VIA VAS   DECRETO CONCESSORIO  A.I.A. ALLA ITALCEMENTI DEL
LUGLIO 2008 



A.I.A. ITALCEMENTI 693 2008, ANZA’, GULLO,EMISSIONI, INTERLANDI, RAFFINERIE, SANSONE, TOLOMEO, ZUCCARELLO,MONSELICE,REVAMPING,GAETA,CANNOVA,LO BELLO,CROCETTA,

RAFFINERIE, I PETROLIERI VOGLIONO LA DEROGA SULLE EMISSIONI

 “L’uso del petcoke fa paura: a meno di un chilometro dalle case. La Regione deve revocare l’Aia. Le carte subito in Procura”.

Revamping Italcementi, indagini da due anni su Lunghi e Matteazzi «E buona parte dei fondi proviene da Italcementi»

Distilleria Bertolino: autorizzazione scaduta da due anni, chiesta la chiusura IV COMMISSIONE ‘AMBIENTE E TERRITORIO’ SED. N. 120 DEL 07 MAGGIO 2014

A.I.A. ITALCEMENTI 693   2008, ARPA.ATA, Bertolino, GELA, ISOLA DELLE FEMMINE, PARTINICO, PETCOKE, PRESCRIZIONI, TRIZZINO, REVAMPING

Distilleria Bertolino: autorizzazione scaduta da due anni, chiesta la chiusura IV COMMISSIONE ‘AMBIENTE E TERRITORIO’ SED. N. 120 DEL 07 MAGGIO 2014 e la Italcementi di Isola delle Femmine ?

Corte dei Conti Regione Sicilia Deliberazione n. 298/2013/PRSP

Corte dei Conti Regione Sicilia Deliberazione n. 298/2013/PRSP

Rendiconto 2011:
1. notevole ritardo nell’approvazione del rendiconto 2011 rispetto ai termini di legge (1 ottobre 2012);
2. volume dei residui attivi di nuova formazione provenienti dalla gestione di competenza e relative ai titoli I e III (con l’esclusione dell’addizionale Irpef) pari a 52,09% dei valori di accertamento delle entrate dei medesimi titoli I e III (esclusi i valori dell’addizionale Irpef);
3. ammontare dei residui attivi di cui al titolo I e al titolo III superiore al 65 per cento (pari al 120,28%) (provenienti dalla gestione dei residui attivi) rapportata agli accertamenti della gestione di competenza delle entrate dei medesimi titoli I e III;
4. volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I superiore al 40 per cento (pari a 88,32%) degli impegni della medesima spesa corrente;
5. anticipazioni di tesoreria non rimborsate al 31 dicembre 2011, superiori al 5% della spesa corrente;
6. presenza di debiti fuori bilancio non segnalati dai Responsabili dei servizi, emersi in fase di approvazione del Rendiconto di gestione 2012, per € 629.000 ai quali si aggiungono passività potenziali per €2.300.000 e spese per incarichi legali per €392.000 solo in minima parte impegnati. I debiti riconosciuti nell’esercizio 2012 ammontano a €3.300;
7. necessità di verificare il rispetto del parametro di deficitarietà n. 6, relativo al rapporto della spesa per il personale sulle entrate correnti, la percentuale indicata del 36,69% è impropriamente determinato rapportando la spesa per il personale depurata delle componenti da escludere sulle entrate correnti;
8. irregolare utilizzo dei capitoli afferenti ai servizi conto terzi e mancato rispetto del principio di tassatività di cui al principio contabile 2.25 delle “altre spese per servizi conto terzi” in particolare:
– liquidazione borsa di studio,
– liquidazione fatture relative al servizio di pulizia dei locali;
– spese per pagamento manifestazioni santo patrono;
9. bassa capacità di riscossione dei proventi derivanti da proventi da recupero evasione tributaria,
Residui al 1 gennaio 2012 Riscossioni al 31/12/2012 % riscossione
ICI 142.253,00 13.188,86 9,27%
TARSU 131.822,79 6.221,88 4,72%
Proventi CdS 2.092.325,52 33.109,18 1,58%
10. mancato aggiornamento del conto del patrimonio come previsto dall’art. 230 TUEL;
11. debiti nei confronti della Società ATO 1 PA per €4.986.963,28, per i quali non si riscontra in bilancio un corrispondente importo di residui passivi che ammontano a € 3.094.130,15;
Le criticità di cui ai punti 2, 3, 5, 6, 8, 9 sono stati oggetto di specifica pronuncia in sede di esame sul rendiconto 2010 (delibera n. 139/2012/PRSP).
Bilancio di Previsione 2012:
1. mancata approvazione del programma degli incarichi di collaborazione previsto dall’art. 42 comma 2 lettera b) del TUEL ;
2. equilibri di bilancio garantito dal ricorso a entrate correnti aventi carattere non ripetitivo e forte squilibrio tra entrate e spese correnti aventi carattere non ripetitivo;
3. bassa capacità di riscossione dei proventi da sanzioni amministrative pecuniarie per violazione del codice della strada e da recupero evasione tributaria;
4. reiterato ricorso ad anticipazioni di tesoreria; al 31/12/2012 le anticipazioni inestinte ammontano a €1.068.861,88;
5. mancato rispetto del limite di spesa per il personale di cui all’art. 1 comma 557 della legge 296/2006;
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2013/11/la-corte-dei-conti-la-relazione-di.html

LEGGASI LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE ACCESSO AGLI ATTI CHE ACCOMPAGNA IL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ISOLA  DELLE FEMMINE GAZZETTA UFFICIALE N 279 29 11 2012

                                                         Deliberazione n. 298/2013/PRSP

REPUBBLICA ITALIANA

Corte dei conti

Sezione di controllo per la Regione siciliana

nell’adunanza del 16 ottobre 2013, composta dai seguenti magistrati:

 

Maurizio Graffeo

Corrado Borruso

Francesco Albo

 

– Presidente

– Consigliere – relatore

– Primo Referendario

 

 

******

visto il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni;

vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni;

visto l’art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo sostituito dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;

visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e successive modificazioni (T.U.E.L.);

visto, in particolare, l’art. 148 bis del T.U.E.L., introdotto dal decreto legge n. 174 del 10 ottobre 2012, convertito dalla legge n. 213 del 7 dicembre 2012;

visto l’art. 1, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006);

visto, in particolare, l’art. 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006), il quale espressamente prevede che le disposizioni della predetta legge “sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti”;

vista la deliberazione di questa Sezione n. 204/2012/INPR del 30 luglio 2012 avente ad oggetto “Linee guida cui devono attenersi, ai sensi dell’art. 1, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006), gli organi di revisione economico-finanziaria degli enti locali aventi sede in Sicilia nella predisposizione della relazione sul rendiconto dell’esercizio 2011 e/o sul bilancio di previsione 2012”;

vista la nota della Sezione di controllo per la Regione siciliana del 21 agosto 2012, con la quale è stata inoltrata al Sindaco e all’Organo di revisione economico-finanziaria del Comune di Isola delle Femmine la precitata delibera n. 204/2012/INPR, nonché i relativi questionari ai fini della loro ritrasmissione, da parte del Collegio dei revisori, entro trenta giorni dall’approvazione del consuntivo e/o del bilancio di previsione;

vista l’ordinanza del Presidente della Sezione di controllo n. 428/2013/CONTR. del 3 ottobre 2013, con la quale la Sezione del controllo è stata convocata il giorno 16 ottobre 2013 per gli adempimenti di cui al menzionato art. 148 bis del T.U.E.L.;

udito il relatore Consigliere dott. Corrado Borruso;

******

L’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria per l’anno 2006) ha previsto, ai fini della tutela dell’unità economica della Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo, a carico degli organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei conti una relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza e sul rendiconto dell’esercizio medesimo, formulato sulla base dei criteri e delle linee guida definite dalla Corte.

Al riguardo, occorre evidenziare la peculiare natura di tale forma di controllo, ascrivibile alla categoria del riesame di legalità e regolarità, in grado di finalizzare il confronto tra fattispecie e parametro normativo all’adozione di effettive misure correttive funzionali a garantire il rispetto complessivo degli equilibri di bilancio.

Questo nuovo modello di controllo, come ricordato dalla Corte costituzionale nella recente sentenza n. 60/2013, configura, su tutto il territorio nazionale, un sindacato generale ed obbligatorio sui bilanci preventivi e rendiconti di gestione di ciascun ente locale, finalizzato a tutelare, nell’ambito del coordinamento di finanza pubblica, la sana gestione finanziaria del complesso degli enti territoriali, nonché il rispetto del patto di stabilità interno degli obiettivi di governo dei conti pubblici concordati in sede europea.

Esso si colloca nell’ambito materiale del coordinamento della finanza pubblica, in riferimento agli articoli 97, primo comma, 28, 81 e 119 della Costituzione, che la Corte dei conti contribuisce ad assicurare, quale organo terzo ed imparziale di garanzia dell’equilibrio economico finanziario del settore pubblico e della corretta gestione delle risorse collettiva, in quanto al servizio dello Stato – ordinamento.

Da ultimo, l’art. 148 bis del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, introdotto dall’art. 3, comma 1, lettera e), del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 213 del 7 dicembre 2012, ha inteso rafforzare il quadro dei controlli e dei presidi della gestione delle risorse finanziarie pubbliche, nell’ambito di inderogabili istanze unitarie nell’assetto policentrico della Repubblica.

Nel caso di accertamento, da parte della Sezione, di squilibri economico finanziari, della mancata copertura di spese, della violazione di norme finalizzate a garantire la regolarità  della gestione finanziaria, o del mancato rispetto degli obiettivi posti con il patto di stabilità interno, è previsto, infatti, l’obbligo per gli enti interessati di adottare, entro sessanta giorni dalla comunicazione del deposito della pronuncia di accertamento, i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità e a ripristinare gli equilibri di bilancio, da trasmettere alla Sezione per le verifiche di propria competenza.

Ulteriori forme di tutela degli equilibri di bilancio sono state previste nel caso do operazioni contabili prive di copertura o di cui sia accertata l’insostenibilità finanziaria.

Qualora le irregolarità esaminate dalla Sezione regionale non siano così gravi da rendere necessaria l’adozione della delibera prevista dall’art. 148 bis, comma 3, del T.U.E.L., la natura collaborativi del controllo, anche in relazione alla previsione contenuta nell’art. 7, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n. 131, suggerisce di segnalare agli Enti anche irregolarità contabili non gravi o meri sintomi di precarietà, soprattutto se accompagnate e potenziate da sintomi di criticità o da difficoltà gestionali, anche al fine di prevenire l’insorgenza di situazioni di deficitarietà o di squilibrio, idonee a pregiudicare la sana gestione finanziaria che deve caratterizzare l’amministrazione di ciascun Ente.

In ogni caso, l’Ente interessato è tenuto a valutare le segnalazioni che ha ricevuto ed a porre in essere interventi idonei per addivenire al loro superamento.

 

******

L’organo di revisione del Comune di Isola delle Femmine ha trasmesso  la relazione sul rendiconto 2011  e quella sul bilancio di previsione 2012, di cui all’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266/2005 (legge finanziaria per l’anno 2006).

Dall’esame delle predette relazioni e dalla successiva istruttoria sono emerse le seguenti criticità:

Rendiconto 2011:

  1. notevole ritardo nell’approvazione del rendiconto 2011 rispetto ai termini di legge (1 ottobre 2012);
  2. volume dei residui attivi di nuova formazione provenienti dalla gestione di competenza e relative ai titoli I e III (con l’esclusione dell’addizionale Irpef) pari a 52,09%  dei valori di accertamento delle entrate dei medesimi titoli I e III (esclusi i valori dell’addizionale Irpef);
  3. ammontare dei residui attivi di cui al titolo I e al titolo III superiore al 65 per cento (pari al 120,28%) (provenienti dalla gestione dei residui attivi) rapportata agli accertamenti della gestione di competenza delle entrate dei medesimi titoli I e III;
  4. volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I superiore al 40 per cento (pari a 88,32%) degli impegni della medesima spesa corrente;
  5. 5.     anticipazioni di tesoreria non rimborsate al 31 dicembre 2011, superiori al 5% della spesa corrente;
  6. presenza di debiti fuori bilancio non segnalati dai Responsabili dei servizi,  emersi  in fase di approvazione del Rendiconto di gestione 2012, per € 629.000 ai quali si aggiungono passività potenziali per €2.300.000 e spese per incarichi legali per €392.000 solo in minima parte impegnati. I debiti riconosciuti nell’esercizio 2012 ammontano a €3.300;
  7. necessità di verificare il rispetto del parametro di deficitarietà n. 6, relativo al rapporto della spesa per il personale sulle entrate correnti,  la percentuale indicata del 36,69% è impropriamente determinato rapportando la spesa per il personale depurata delle componenti da escludere sulle entrate correnti;
  8. irregolare utilizzo dei capitoli afferenti ai servizi conto terzi e mancato rispetto del principio di tassatività di cui al principio contabile 2.25 delle “altre spese per servizi conto terzi” in particolare:

–         liquidazione borsa di studio,

–         liquidazione fatture relative al servizio di pulizia dei locali;

–         spese per pagamento manifestazioni santo patrono;

  1. 9.     bassa capacità di riscossione dei proventi derivanti da proventi da recupero evasione tributaria,
  Residui al 1 gennaio 2012 Riscossioni al 31/12/2012 % riscossione
ICI

142.253,00

13.188,86

9,27%

TARSU

131.822,79

6.221,88

4,72%

Proventi CdS

2.092.325,52

33.109,18

1,58%

10. mancato aggiornamento del conto del patrimonio come previsto dall’art. 230 TUEL;

11. debiti nei confronti della Società ATO 1 PA per €4.986.963,28, per i quali non si riscontra in bilancio un corrispondente importo di residui passivi che ammontano a € 3.094.130,15;

Le criticità di cui ai punti 2, 3, 5, 6, 8, 9 sono stati oggetto di specifica pronuncia in sede di esame sul rendiconto 2010 (delibera n. 139/2012/PRSP).

Bilancio di Previsione 2012:

  1. mancata approvazione del programma degli incarichi di collaborazione previsto dall’art. 42 comma 2 lettera b) del TUEL ;
  2. equilibri di bilancio garantito dal ricorso a entrate correnti aventi carattere non ripetitivo e forte squilibrio tra entrate e spese correnti aventi carattere non ripetitivo;
  3. bassa capacità di riscossione dei proventi da sanzioni amministrative pecuniarie per violazione del codice della strada e da recupero evasione tributaria;
  4. 4.     reiterato ricorso ad anticipazioni di tesoreria; al 31/12/2012 le anticipazioni inestinte ammontano a €1.068.861,88;
  5. mancato rispetto del limite di spesa per il personale di cui all’art. 1 comma 557 della legge 296/2006;

Le criticità di cui ai punti 3, 4 e 5 sono stati oggetto di specifica pronuncia in sede di esame sul rendiconto 2010 (delibera n. 139/2012/PRSP).

 

   *******

 

All’ adunanza pubblica del 16 ottobre 2013, per l’Amministrazione, che non ha depositato memorie, sono presenti  il Segretario generale, D.ssa Sonia Acquado, ed il Responsabile dei Servizi finanziari, Dr. Ignazio Tabone,  i quali hanno inteso solo riferire che  il rapporto tra le spese per il personale e quelle correnti è stato determinato dal pagamento di una notevole somma arretrata corrisposta ad un dipendente, consegnando, nella circostanza, uno specchio riepilogativo.

 

******

Alla luce di quanto sopra, il Collegio ritiene che permangano  tutte le criticità evidenziate nei punti sopra indicati.

 

P. Q. M.

All’esito della verifica sul rendiconto 2011 e sul bilancio di previsione 2012 accerta, per quel che riguarda:

– il rendiconto 2011, il permanere delle criticità 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 8, 10 e 11;

– il bilancio di previsione 2012, il permanere delle criticità  1, 2, 3, 4 e 5.

 

O R D I N A

che, a cura del Servizio di supporto della Sezione di controllo, copia della presente pronuncia sia comunicata alla Commissione straordinaria ed all’organo di revisione del Comune di Isola delle Femmine (PA) per le necessarie misure correttive

 

D I S P O N E

che l’Ente trasmetta a questa Sezione di controllo le misure correttive adottate dalla Commissione straordinaria entro i termini  di cui all’art. 148 bis, comma 3, del T.U.E.L., ai fini della relativa verifica.

 

 

                     L’ESTENSORE

IL PRESIDENTE

                 (Corrado Borruso)

(Maurizio Graffeo)

Depositato in Segreteria il 22 ottobre 2013

Per IL DIRIGENTE

(Gabriella Vincenti)

 

 

https://servizi.corteconti.it/bdcaccessibile/ricercaInternet/doDettaglio.do?id=4494-25/10/2013-SRCSIC

 

ISOLA DELLE FEMMINE BILANCIO DI PREVISIONE 2011 E SALVAGUARDIA RIEQUILIBRIO DI BILANCIO 2011 COMMISSARIATO

 

COMUNE DI ISOLA DELLE FEMMINE

Provincia di Palermo

DETERMINAZIONE DEL CAPO DEL SETTORE 1° – SEGRETERIA E AFFARI GENERALI  N. 31 DEL 06/03/2012

Oggetto:    Liquidazione indennità di carica e di responsabilità al Commissario ad acta Dott. Azzarello  relativa all’intervento effettuato per l’approvazione del Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario  2011.

IL CAPO SETTORE

Premesso:

Che con Decreti Assessoriali n°563/Ser. 3° e n°775/Serv. 3° con il quale il Dott. Sergio Azzarello è stato nominato Commissario ad Acta presso questo Comune per l’Intervento sostitutivo ai sensi e per gli effetti dell’art.109/bis dell’O.r.ee.ll. per l’approvazione del Bilancio di previsione e salvaguardia degli equilibri di Bilancio per l’esercizio finanziario 2011 e relativi allegati

Vista la parcella dell’01.12.2011, acquisita a questo protocollo generale in data 14/12/2011 al n°20118, presentata dal Dott. Sergio Azzarell, in qualità di Commissario ad acta, in esecuzione dei predetto D.A n°563/Ser. 3° e n°775/Serv. 3° chiede la liquidazione dell’indennità di carica e di responsabilità prevista dall’art. 24, comma 2 bis, della L.R. 3.12.1991, n°44 (introdotto con l’art. 12 della L.R. 16 dicembre 2008 n°22) e determinata con D.A. n:448/2009.pari a complessivi € 225,74 di cui € 134,00 per il Compenso netto, € 33,00 ritenuta d’acconto del 33% ed € 25,74 per rimborso spese sostenute;

Considerato che il succitato Commissario ad acta ha regolarmente espletata l’attività

Ritenuto, pertanto, dover procedere al pagamento e alla liquidazione a saldo del suddetta nota pari a complessivi € 225,74 al dott. Azzarello;

Vista la legge 8.6.1990, n.142, recepita con modifiche dall’art.1 della L.R. 11.12.1991, n.48;

 

Visto il vigente O.A.EE.LL.;

D E T E R M I N A

1. Liquidare e pagare, per i motivi espressi in narrativa, al Commissario ad acta Dott. Sergio Azzarello, a saldo della parcella dell’01.12.2011, pari a complessivi € 225,74 di cui € 134,00 per il Compenso netto, € 33,00 ritenuta d’acconto del 33% ed € 25,74 per rimborso spese sostenute, dallo stesso prodotta a questo protocollo generale in data 14/12/2011 al n°20118, per l’Intervento sostitutivo ai sensi e per gli effetti dell’art.109/bis dell’O.r.ee.ll. per l’approvazione del Bilancio di previsione e salvaguardia degli equilibri di

Bilancio per l’esercizio finanziario 2011 e relativi allegati.

2. Impegnare la predetta di € 225,74, con imputazione sul cap. 118.3 “Poste, telegrafo e varie….” per l’incarico in oggetto regolarmente espletato. IMP 319/2012. LIQ. 430/2012

3. Dare atto che trattasi di spesa non frazionabile in dodicesimi ai sensi dell’art 163 e quindi necessaria al fine di evitare danni patrimoniali, gravi e certi per l’Ente.

4. Dare Mandato all’Ufficio Ragioneria di emettere relativo mandato di pagamento mediante bonifico bancario presso Unicredit Group ag.23 di Palermo sul c/c intestato al Dott. Sergio Azzarello – Cod. IBAN: IT 06 K 02008 04626 000300476758.

 

Il Responsabile del Settore Amministrativo

Nunzia Pirrone

PARERI AI SENSI DEGLI ART. 49, comma 1°, e 151, comma 4°, del D.Lgs.18.8.2000, n.267.

Si attesta la regolarità contabile e la relativa copertura finanziaria.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO FINANZIARIO F.F.

Nunzia Pirrone

http://lagendarossadiisoladellefemmine.files.wordpress.com/2012/08/conto-previsione-2011-commissariato.pdf

CONDIZIONI ECONOMICHE DEL COMUNE E GESTIONE DEL PATRIMONIO

 

Dagli elementi raccolti nel  corso  dell’accesso  si  ricava  che  il Comune   di   Isola   delle   Femmine   versa   in   una   situazione economico-finanziaria  piuttosto  difficile,  in  parte  dovuta  alla progressiva riduzione dei trasferimenti  provenienti  dallo  Stato  e dalla  Regione  Siciliana,  che  ha   determinato   il   ricorso   ad anticipazioni di cassa  dalla  banca  che  gestisce  il  servizio  di tesoreria comunale, ed  in  parte  dalla  inefficienza  di  tutto  il sistema di riscossione dei tributi che ha determinato,  tra  l’altro, anche il consolidarsi di un  crescente  indebitamento  nei  confronti della societa’ che gestisce il servizio di raccolta  e  trasferimento in discarica dei rifiuti solidi urbani  per  conto  dell’ATO  PA1  al quale il Comune appartiene.

Le criticita’ del  funzionamento  del  servizio  di  riscossione  dei tributi, inoltre, sono state ascritte – secondo ripetute  e  convinte dichiarazioni dei funzionari  responsabili  del  Comune  –  all’esito negativo del rapporto gia’ instaurato con la societa’ TRIBUTI  ITALIA s.p.a. – la cui condotta criminale ha  avuto  peraltro  notazioni  di rilievo  nazionale  –  che  era  stata  incaricata  del  servizio  di riscossione dei ruoli di competenza comunale.  A  tale  riguardo,  e’ stato piu’ volte evidenziato nei corso  dell’accesso  ispettivo,  che detta societa’ non solo non avrebbe riversato  nelle  casse  comunali quanto in  precedenza  aveva  riscosso,  ma  nonostante  la  avvenuta rescissione del contratto, si  sarebbe  rifiutata  di  restituire  Ia documentazione, con cio’ impedendo  al  Comune  di  proseguire  nella gestione  del  servizio,  procedendo  al  recupero  delle   posizioni debitorie da parte dei soggetti inadempienti.

Gli accertamenti hanno messo in  luce,  tuttavia,  che  le  difficili condizioni finanziarie dell’ente si riconnettono a svariate  anomalie riscontrate in materia di imposizione  tributaria,  segno  rivelatore dell’incapacita’, o della non volonta’, di procedere, con  competenza e tempestivita’ ed avvalendosi  del  coinvolgimento  responsabile  di tutte le sue componenti politiche e burocratiche, nella direzione  di una difficile e tuttavia irrinunciabile opera  di  risanamento  delle sue disastrate finanze.

Solo  nel  mese  di   maggio   scorso,   attraverso   l’adozione   di “Provvedimenti  d’urgenza  necessari  ad   assicurare   gli   assetti finanziari”, di cui alla delibera di  Giunta  Comunale  n.40  del  14 maggio  2012,  dichiarata  immediatamente  eseguibile,  l’organo   di governo locale ha mostrato di assumere  una  presa  di  posizione  al riguardo, analizzando le possibili cause della situazione e  cercando di individuare possibili correttivi.

 

Nell’occasione, la Giunta ha preso atto della  assoluta  mancanza  di liquidita’  di  cassa  e  dell’impossibilita’  di’   procedere   alla predisposizione di un bilancio di previsione in grado di fronteggiare le minori entrate di provenienza statale  e  regionale,  in  presenza della necessita’ di garantire il rispetto  del  patto  di  stabilita’ interno ed il  mantenimento  dei  livelli  di  spesa  del  personale.  Pertanto, con l’intento di ‘correre ai ripari, sono  stati  esaminati ed individuati i possibili rimedi, a partire dall’adozione di  misure in grado di incentivare le entrate proprie del Comune.

Ma  e’  proprio  sotto  quest’ultimo  profilo  che  l’Amministrazione comunale di Isola delle  Femmine  si  e’  dimostrata  particolarmente inefficiente: al riguardo, e’ stata rilevata, la  persistenza  di  un atteggiamento omissivo, se non addirittura compiacente, non  solo  in capo alle componenti amministrative ma anche  nei  comportamenti  dei soggetti che dovrebbero vigilare sul buon andamento e la  correttezza dell’attivita’ impositiva nell’interesse della collettivita’, a tutto vantaggio di interessi opposti e riconducibili al noto  atteggiamento predatori() delle realta’ legate all’organizzazione cosa nostra.

I Servizi di Riscossione: TARSU, ICI e TOSAP

La Commissione d’indagine ha svolto un’opera di  analisi  degli  atti posti in essere dall’Ente  in  relazione  ai  tributi  di  competenza comunale ed ha chiesto ed ottenuto, altresi’, una relazione  a  firma del responsabile dell’ 8° Settore  Tributi,  Acquedotto  e  Attivita’ Produttive, Sig. “Omissis”, sullo stato di  quel  ramo  di  attivita’ dalla quale si evince, tra l’altro, che con delibera n. 61 del  2010, la Giunta comunale approvava un progetto  per  l’accertamento  ed  il recupero  dei  tributi  locali  evasi  negli  ultimi  cinque  anni  e l’aggiornamento delle banche dati COSAP, ICP e ICI. Nello  specifico, il progetto consisteva  nell’effettuare  il  censimento  degli  spazi occupati (in  particolare  i  passi  carrai),  nel  censimento  delle insegne pubblicitarie, nella verifica  della  situazione  urbanistica delle aree edificabili, nell’esame di tutte le  concessioni  edilizie rilasciate negli ultimi cinque anni,  nella  verifica  delle  singole posizioni contributive comunali, al  fine  di  accertare  l’effettivopagamento e l’esatto ammontare dei versamenti effettuati negli ultimi cinque anni, di  procedere  nella  predisposizione  degli  avvisi  di accertamento a carico dei contribuenti che non avevano  provveduto  a regolarizzare la propria posizione e,  infine,  di  dare  avvio  alle procedure esecutive per il recupero delle somme evase.

 

L’esito  degli   accertamenti   compiuti   direttamente   sui   ruoli dell’Ufficio tributi, che sono stati  sottoposti  ad  approfondite  e mirate analisi, ha tuttavia evidenziato che il progetto rimane ancora tale, che la tanto preannunciata azione  di  recupero  non  e’  stata intrapresa e che da  tale  inefficienza  e  voluta  incapacita’,  che contribuiscono pesantemente a determinare  condizioni  di  squilibrio alle finanze comunali, continuano a trarre  vantaggio  in  particolar modo i  soliti  soggetti,  come  si  dimostra  agevolmente  dai  dati riassunti nelle tabelle seguenti.

Negli anni tra il 2008 ed il 2010, il Comune di Isola delle  Femmine, nella  finalita’  di  ricostruire  ed  aggiornare   il   sistema   di accertamento  e  riscossione  dei  tributi  di  propria   competenza, adottava una  serie  di  delibere  attraverso  le  quali  sono  stati rideterminati  i  ruoli  ICI  e  TARSU,  il  cui  importo   ammontava complessivamente ad € 4.711.089,02.

Dall’esame condotto all’interno delle voci del bilancio per esercizio finanziario 2010, con riferimento ai sotto riportati tributi, e’ dato leggere  il  totale  residui  da  riportare,  ovvero  il  credito  da riportare nell’esercizio finanziario successivo, quale differenza tra accertato e riscosso:

  • ·        ICI, ammontante ad euro 406.254,38;
  • ·        ICP, ammontante ad euro 15.260,99;
  • ·        TOSAP, ammontante ad euro 26.177,03;
  • ·        TARSU, ammontante ad euro 2.692.595,48;

da cui si evince che il Comune, nel 2010,  doveva  ancora  riscuotere tributi per un ammontare pari ad € 3.140.287,88.

Ulteriori specifici accertamenti, effettuati allo scopo  di  appurare l’effettivo assolvimento dell’obbligazione tributaria dei’  cittadini nei confronti del Comune con riferimento  ad  ICI,  TARSU  e  TOSAI’, hanno avuto ad oggetto due campioni di contribuenti: nuclei familiari di soggetti legati o riconducibili alla  criminalita’  organizzata  e soggetti riconducibili alla compagine amministrativa  del  Comune  di Isola delle Femmine (dipendenti, consiglio e giunta comunale).  In particolare, l’analisi dei prospetti formati  con  riferimento  ai soggetti menzionati, membri di famiglie legate o  riconducibili  alla criminalita’ organizzata ha permesso di constatare che il  Comune  di Isola delle Femmine risulta avere iscritto a ruolo la somma  di  euro 221.481,97, come si evince dal seguente prospetto: 

Il dato si commenta da se’ e questo pone ancor piu’  in  evidenza  il comportamento omissivo dell’Amministrazione che non ponendo  in  atto le opportune verifiche, di fatto, tollera una situazione nella  quale il tasso di  evasione  fiscale  risulta  cosi’  elevato  proprio  con riferimento ad una certa fascia di contribuenti, i piu’  vicini  alla famiglia mafiosa, i quali possono continuare a trarre profitto  anche dall’inerzia del Comune.

Al riguardo, ci si potrebbe chiedere se  la  stessa  Amministrazione,

facendosi  scudo  delle  ‘disavventure’  patite  dalle  societa’   diriscossione e decidendo di gestire il servizio in proprio, con  tutte le lentezze e le lacune sopra tratteggiate,  non  abbia  offerto  una ulteriore sponda alla possibilita’ di celare favoritismi e malaffare.

Tratto della relazione della Commissione accesso agli atti al Comune di Isola delle Femmine a cui è seguito il DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 12 novembre 2012 di Scioglimento del Consiglio Comunale di Isola delle Femmine. Gazzetta Ufficiale 279 29 novembre 2012 da pag 55 a pag 60

 

Isola delle Femmine 24.5.08

Mancano poche settimane alla scadenza dei termini di approvazione del Bilancio di Previsione da parte del Consiglio Comunale (31 Maggio) il Sindaco Professore Portobello e la sua Giunta non hanno ancora approvato la bozza di delibera dello strumento finanziario. Il rischio della diffida (prassi ormai consolidata da parte della nostra Amministrazione) da parte della Regione è dietro l’angolo.


Anche l’anno scorso i ritardi sul Bilancio sono stati notevoli da qui la nomina del Commissario ad Acta.


Il Presidente del Consiglio dr. Riso Napoleone sappia che il rispetto dei tempi di approvazione del Bilancio in Consiglio Comunale dipende per il momento dal Sindaco e dalla Giunta.


Il Consiglio Comunale deve essere messo in condizione di poter studiare, capire, discutere ed emendare il Bilancio.


Il Presidente del Consiglio dr. Riso Napoleone senz’altro sarà informato che diversi Comuni siciliani hanno già approvato il Bilancio 2008 e alcuni lo stanno già discutendo da giorni in Consiglio Comunale.


Non vorremmo che anche quest’anno Isola delle Femmine, per colpa dell’inadeguatezza del Sindaco Prof Gaspare Portobello, e della sua Giunta, rischia seriamente la diffida e si contraddistingue per il suo grave ritardo.


http://www.isolapulita.it

 

Annullamento sentenza cessazione carica Riso Napoleone

 

Rimborso spese al PROFESSORE per  difendersi dall’accusa di per preso parte alla riunione della COMMISSIONE EDILIZIA COMUNALE DECISORIA AI FINI DELLA CONCESSIONE DELLA licenza edilizia del cugino ASSESSORE RISO NAPOLEONE proc. n.10578 2008 det. n.04 12 – 1settore

 

 

Deliberazione n. 174/2008/Contr.

REPUBBLICA ITALIANA

 

LA CORTE DEI CONTI

 

SEZIONE DEL CONTROLLO PER LA REGIONE SICILIANA

 

nell’adunanza del 20 novembre 2008, composta dai seguenti magistrati:

Dott. Maurizio Meloni – Presidente

Dott. Antonio Dagnino – Consigliere, relatore

Dott. Francesco Targia – Referendario

 

 

  • Visto il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni;
  • Visto la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni;
  • Visto l’art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo sostituito dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
  • Visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e successive modificazioni;
  • Visto l’art. 1, commi 166, 167 e 168, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006);
  • Visto, in particolare, l’art 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006), il quale espressamente prevede che le disposizioni della predetta legge “sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti”;
  • Vista la deliberazione della Sezione delle Autonomie di questa Corte con la quale sono state – Udito il relatore Cons. Antonio Dagnino;
  • Udito il Segretario comunale, Dott. Manlio Scafidi;
  • Vista la memoria dell’Amministrazione in data 18 novembre 2008;
  • Considerato che l’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria per l’anno 2006) ha previsto, ai fini della tutela dell’unità economica della Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo, a carico degli Organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei Conti una relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza e sul rendiconto dell’esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri e delle linee guida definite dalla stessa Corte;
  • Ritenuta la natura collaborativa di tale forma di controllo intestata dalla legge alla Corte, la quale, all’esito del procedimento di verifica effettuato sulla base delle relazioni inviate dall’Organo di revisione provvede – ove riscontri la sussistenza di comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria o il mancato rispetto degli obiettivi posti con il patto di stabilità interna – all’adozione di una specifica pronuncia indirizzata all’organo deliberativo dell’Ente;
  • Ritenuto che il riscontro che de quo è finalizzato alla verifica del rispetto di vincoli di natura squisitamente finanziaria e tende prevalentemente a fare emergere quelle sole disfunzioni o storture che siano in grado di incidere negativamente sugli equilibri di bilancio, non consentendo all’ente di concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali di finanza pubblica, e che la gravità delle irregolarità cui la legge fa riferimento va qui rapportata non tanto a scostamenti della gestione rispetto alle norme contabili vigenti e/o ad inefficienze e disfunzioni della gestione dell’ente, quanto piuttosto alla verifica della salvaguardia degli equilibri di bilancio, con particolare attenzione, dunque, alla verifica del rispetto degli obiettivi annuali del patto di stabilità interno, all’osservanza del vincolo all’indebitamento ex art. 119 Cost., all’osservanza delle limitazioni previste in materia di spese per il personale ed in generale a comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria dell’ente che siano in grado di refluire negativamente sulla capacità, attuale o futura, della conservazione degli equilibri di bilancio.
  • Considerato che nella loro relazione i revisori del Comune di Isola delle Femmine, hanno sostanzialmente rappresentato:

1) la presenza di consistenti debiti nei confronti della società di gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, anche se ancora non esattamente quantificati; il mancato rispetto del patto di stabilità per l’anno 2007, senza che nell’esercizio successivo siano stati adottati i conseguenti provvedimenti di recupero;

2) la mancata evidenziazione dei risultati connessi all’attività di recupero dell’evasione tributaria;

3) il mancato rispetto del limite minimo del 50%, previsto dall’art.208 del D.Lgs.285/92; il notevole stanziamento di euro 1.100.000,00 relativo ai proventi da sanzioni per violazione al codice della strada, alla data del 9 ottobre 2008, risulta accertato soltanto nella misura di euro 81.267,00 (7,38%); tale situazione, anche se parzialmente confermata al 31 dicembre, potrebbe compromettere i già precari equilibri di bilancio; l’errata allocazione dell’entrata di euro 589.000,00 al titolo V, senza che, peraltro, sia stata chiarita la natura della stessa;

5) il persistente deficit di cassa, sempre significativo, che è dovuto principalmente ai ritardi con cui l’Ente procede alla riscossione delle entrate proprie, è caratterizzato dal seguente andamento:

al 31/12/2004 euro 382.538,40;

al 31/12/2005 euro 803.197,49;

al 31/12/2006 euro 464.893,41;

al 31/12/2007 euro 1.018.417,21;

al 30/09/2008 euro 634.310,31;

  • Preso atto che nell’odierna adunanza il rappresentante del Comune, ha illustrato la documentata memoria dell’Amministrazione nella quale si espone sostanzialmente che il debito A.T.O. ammonta ad € 2.291.689,51 ed è stato iscritto ed impegnato nei bilanci 2007 e 2008 dell’Ente (con saldo positivo di € 184.251,23 al 30 settembre 2008); che i provvedimenti in ordine al rientro nel patto di stabilità 2007 sono stati adottati; che i ruoli tributari sono stati tutti emessi, che il limite del 50% ex art. 208 D.Lgs. n. 285/92 è stato applicato sulla competenza; che il mancato versamento delle sanzioni per violazioni al codice della strada sono dovute all’appropriazione indebita della società affidataria del recupero; che in ordine all’allocazione di € 589.000,00 nel titolo V dell’entrata v’è stato un errore di comunicazione da parte dei Revisori; che il deficit di cassa è da imputare alla lentezza della riscossione
  • Ritenuto che i rilievi di cui ai superiori punti n. 1, 2 e 5 appaiono superati sulla base di quanto documentato dall’Ente, ma che però – allo stato degli atti ed anche sulla base delle deduzioni dell’Amministrazione – permangono oggettivamente le criticità di cui ai punti 3, 4 e 6 in ordine ai quali va adottata la specifica pronunzia di legge;
  • ·
  •  P. Q. M.

accerta le criticità in ordine al bilancio preventivo 2008 del comune di Isola delle Femmine, relativamente ai suindicati punti n.ri 3, 4 e 6 dell’atto di deferimento;

O R D I N A

che, a cura della Segreteria di questa Sezione, copia della presente pronuncia sia comunicata al Presidente del Consiglio comunale ai fini dell’adozione “delle necessarie misure correttive”, come previsto dal comma 168, dell’art. 1, della legge n. 266 del 2005, oltre che al Sindaco ed al Presidente del Collegio dei revisori del Comune di Isola delle Femmine;

D I S P O N E

che, a cura dell’Ufficio III, siano acquisite le comunicazioni in ordine all’adozione delle necessarie misure correttive che, ai fini della vigilanza sulla loro adozione prevista dall’art. 1, comma 168, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, dovranno essere trasmesse a questa Sezione regionale di controllo.

Così deciso in Palermo, nella camera di consiglio del 20 novembre 2008.

L’ESTENSORE IL PRESIDENTE

(Cons. Antonio Dagnino) (Dott. Maurizio Meloni)

Depositato in Segreteria il 02 Dicembre 2008

 

IL DIRETTORE DELLA SEGRETERIA

 

Dott.ssa Laura Suriano

http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sicilia/pronunce/2008/delibera_174_2008.pdf

 

22 giugno 2008

COMMISSARIO AD ACTA PER BILANCIO DI PREVISIONE 2008 A ISOLA DELLE FEMMINE

Isola delle Femmine arriva il Commissario ad Acta per l’approvazione di Bilancio di previsione 2008 e il Bilancio pluriennale 2008/2010. La Regione ha deciso di inviare il commissario straordinario per gestire i comuni siciliani che sono ancora senza bilancio tra cui il nostro comune di Isola delle Femmine La firma sul decretio di nomina del commissario ad acta è dell’assessore agli enti locali, Francesco Scoma che già nei giorni scorsi aveva inviato una serie di diffide. “Credo che la situazione economica dei cittadini e delle amministrazioni comunali non siano delle migliori – ha dichiarato Scoma – e per questo non è pensabile che gli enti locali non abbiano ancora varato i bilanci di previsione, strumenti essenziali per avviare l’iter dei pagamenti dei servizi”. Scoma annuncia anche che valuterà le ipotesi di inviare ispezioni a campione nelle amministrazioni provinciali e comunali per verificare lo stato economico-finanziario delle varie amministrazioni comunali. Il commissario dovrà predisporre lo schema di bilancio per l’esercizio 2008, oltre al bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010. Inoltre il commissario avrà il compito di convocare il consiglio comunale di Isola delle Femmine e assegnare ad esso un termine non superiore ai 30 giorni entro cui deliberare i documenti finanziari. Se il Consiglio Comunale di isola delle Femmine non approvasse il Bilancio, saranno previste nuove convocazioni del consiglio che entro altri ulteriori 30 giorni dovrà esprimersi. Nel palermitano oltre al Nostro Comune di Isola delle Femmine, il Commissario ad acta è stato inviato in altri 21 comuni tra cui Carini, Terrasini e………. 22 / 06 / 2008

COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA

 

http://lagendarossadiisoladellefemmine.files.wordpress.com/2012/08/bilancio-consuntivo-2009-commissario-ad-acta-delibera-c-c-022-101.pdf

 

http://lagendarossadiisoladellefemmine.files.wordpress.com/2012/08/bilancio-consuntivo-2009-gli-uffici-ammucciano-le-fatture-ato-rifiuti-discrepanza-di-300mila-euri-i-revisori-buio-totale-delibera-c-c-024-101.pdf

 

http://lagendarossadiisoladellefemmine.files.wordpress.com/2012/08/conto-consuntivo-2010-commissariato.pdf

 

http://lagendarossadiisoladellefemmine.files.wordpress.com/2012/08/bilancio-previsione-2010-a-bilancio-spese-190mila-personale-smaltimento-rifiuti-confusione-con-personale-ato-idrico-delibera-c-c-021-10.pdf  

 

http://ebookbrowsee.net/polizia-municipale-di-isola-delle-femmine-sanzioni-amministrative-anno-2010-rettifica-mancata-riscossione-2011-bilancio-2008-san-giorgio-tributi-italia1-pdf-d566288469

 

 

http://lagendarossadiisoladellefemmine.files.wordpress.com/2012/08/bilancio-consuntivo-2011-isola-approvazione-della-relazione-delibera-g-m-n-52-che-viene-revocata-dalla-delibera-g-n-56.pdf

 

http://lagendarossadiisoladellefemmine.files.wordpress.com/2012/08/bilanci-rideterminazione-dei-residui-attivi-e-passi-2011-isola-delle-femmine-determina-settore-2-n-81.pdf

 

 

A CURA DEL Comitato Cittadino Isola Pulita di Isola delle Femmine

 

http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2012/11/relazione-prefettizia-dellacommissione.html

 

LA REQUISITORIA DEL P.M. DEL BENE PER L’ASSASSINIO DI VINCENZO ENEA A ISOLA DELLE FEMMINE da parte di FRANCESCO BRUNO



Il giudice di Palermo dr. Piergiorgio Morosini all’udienza di Consiglio del 22 maggio 2013 ha pronunciato e pubblicato mediante lettura del dispositivo la seguente sentenza nei confronti di BRUNO FRANCESCO visti gli art 533 535 c.p.p.
Dichiara BRUNO colpevole del reato di OMICIDIO AGGRAVATO a lui ascritto e con la riduzione della penza prevista per la scelta del rito lo condanna alla pena di ANNI TRENTA di reclusione oltre al pagamento delle spese…..continua su
LA REQUISITORIA DEL P.M. DEL BENE PER L’ASSASSINIO DI VINCENZO ENEA A ISOLA DELLE FEMMINE da parte di FRANCESCO BRUNO

ADDIO PIZZO 5, B.B.P., BADALAMENTI, Bruno Francesco, CATALDO, COPACABANA, COSTA CORSARA, D’AGOSTINO, DI MAGGIO, ENEA, EREDI CARDINALE, GALLINA, IMPASTATO, LUCIDO, MICALIZZI, NAIMO, ONORATO, POMIERO, RICCOBONO

 

ISOLA DELLE FEMMINE. Omicidio Enea, condanna a 30 anni per Francesco Bruno

Il Gup Piergiorgio Morosini ha accolto la richiesta del pm Del Bene

Per l’omicidio del costruttore di Isola delle Femmine, Vincenzo Enea, avvenuto nel giugno del 1982 c’è un colpevole. Il gup Piergiorgio Morosini, accogliendo la richiesta del pm, Francesco Del Bene, ha condannato a trent’anni il boss ergastolano Francesco Bruno. La sentenza è stata pronunciata oggi pomeriggio, a conclusione del rito abbreviato che si è celebrato in corte d’Assise. Nella vicenda Enea, riaperta grazie alle testimonianze dei figli della vittima e alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, i familiari del costruttore ucciso sono parte civile, con l’assistenza dell’avvocato Giuseppe Marchì. Nel corso della requisitoria Del Bene ha collegato l’omicidio Enea con un altro fatto di sangue, l’omicidio di Benedetto D’Agostino, caduto sotto i colpi dei killer pochi giorni prima di Enea. Diversamente da quel che accadde per D’Agostino, in cui non ci sono testimoni che possano confermare le accuse dei pentiti, per il secondo delitto c’è la testimonianza del figlio, Pietro Enea, oggi residente negli Stati Uniti, rimasto per anni in silenzio per paura, e che ha deposto un paio di anni fa. Lui ha fornito però elementi soltanto contro Bruno, la cui auto, più o meno all’ora del delitto, era posteggiata nei pressi del cantiere in cui stava lavorando Vincenzo Enea, in via Palermo, a Isola. I familiari di Enea non hanno mai smesso di cercare giustizia. Per questo, quando hanno parlato i pentiti, hanno aggiunto il loro contributo alle attività dei carabinieri, coordinati dal pm Del Bene. Pagando però un prezzo: «Da quando è cominciata questa storia molte persone, qui a Isola, non mi salutano più. È una cosa che proprio non mi va giù, ma io vado avanti, assieme ai miei fratelli», aveva detto uno dei figli della vittima, Riccardo Enea, il mese scorso. Il giudice ha concesso anche una provvisionale di 100 mila euro, ma i familiari in sede civile hanno chiesto 6 milioni di euro e il riconoscimento del padre quale vittima di mafia.

Isola delle Femmine, omicidio Enea. Il Pm chiede 30 anni per Francesco Bruno

I familiari chiedono per il padre il riconoscimento di vittima della mafia

Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione per Francesco Bruno, ritenuto uno degli esecutori materiali dell’omicidio dell’imprenditore di Isola delle Femmine, Francesco Enea, avvenuto l’8 giugno del 1982. Nella requisitoria di oggi, davanti al giudice della corte d’Assise di Palermo, Piergiorgio Morosini, la pubblica accusa ha ricostruito il contesto storico in cui è avvenuto l’agguato, preceduto dall’assassinio di Emanuele D’Agostino, della famiglia di Cinisi. I legali dell’imputato nella precedente udienza avevano chiesto il rito abbreviato per Bruno, che sta scontando un ergastolo. I fatti risalgono a più di 30 anni fa, Enea venne freddato davanti all’ingresso del Village Bungalow di Via Palermo a Isola delle Femmine. Trenta anni dopo la Procura di Palermo ha incrociato le dichiarazioni dei figli con i verbali di alcuni collaboratori di giustizia, individuando uno dei possibili esecutore del delitto. E’ emerso che Vincenzo Enea sarebbe stato ucciso per la sua opposizione ai progetti di espansione di Francesco Bruno che voleva imporgli di stare insieme in una società di fatto o comunque acquisire al suo cantiere confinante le villette che stava costruendo in Corso Italia, ai confini della Costa Corsara di Isola delle Femmine. Un delitto rimasto avvolto nel mistero fino a quando alcuni mesi fa l’ex procuratore aggiunto Antonino Ingoia e il sostituto Francesco Del Bene sono andati negli Stati Uniti dove vivono due dei figli Pietro e Maria Teresa Enea si sono stabiliti dopo la morte del padre per paura di essere eliminati. Francesco Bruno è da tempo all’ergastolo nel carcere di massima sicurezza di Padova, per l’omicidio di Stefano Gallina boss di Carini ucciso il 1 ottobre 1981. I legali di parte civile della famiglia Enea hanno chiesto il risarcimento di un milione di euro a testa mentre per Pietro Enea è stato chiesto un risarcimento di 5 milioni di euro oltre al riconoscimento per il padre di vittima della mafia.

Palermo 23 Aprile 2013 Corte d’Assise.
Hanno chiesto il rito abbreviato i difensori del boss Francesco Bruno nel processo dell’omicidio dell’imprenditore edile di Isola delle Femmine Vincenzo Enea nel processo che si sta svolgendo in Corte d’Assise di Palermo.
Il Giudice Pier Giorgio Morosini ha fissato la prossima udienza al 21 maggio.
I fatti risalgono all’8 giugno del 1982 , Enea venne freddato davanti all’ingresso del Village Bungalow di Via Palermo a Isola.
Trenta anni dopo la Procura di Palermo ha incrociato le dichiarazioni dei figli con i verbali di alcuni collaboratori di giustizia, individuando uno dei possibili esecutore del delitto.
E’ emerso che Vincenzo Enea sarebbe stato ucciso per la sua opposizione ai progetti di espansione di Francesco Bruno che voleva imporgli di stare insieme in una società di fatto o comunque acquisire al suo cantiere confinante le villette che stava costruendo in Corso Italia, ai confini della Costa Corsara di Isola delle Femmine.
Un delitto rimasto avvolto nel mistero fino a quando alcuni mesi fa l’ex procuratore aggiunto Antonino Ingroia e il sostituto Francesco Del bene sono andati negli Stati Uniti dove vivono due dei figli Pietro e Maria Teresa Enea si sono stabiliti dopo la morte del padre per paura di essere eliminati.
Bruno Francesco già all’ergastolo, nel carcere di massima sicurezza di Padova, da tempo per l’omicidio di Stefano Gallina boss di Carini ucciso il 1 ottobre 1981. Bruno per uccidere Vincenzo Enea non avrebbe agito da solo ma finora non erano stati individuati né i killer né i mandanti







Il CANTIERE DELLA “DISCORDIA” A RIDOSSO DELLA COSTA CORSARA COMPRESO
NEL QUADRILATERO DI CORSO ITALIA VIA DELLE PALME CON LA via DEI PINI
CORSO ITALIA COSTA CORSARA COSTRUITA DALLA B.B.P. s.n.c. CHE “PRESUMIBILMENTE” INVADE L’AREA DEI CARDINALE EREDI INSERITA NEL PROGETTO DI ENEA VINCENZO
ENEA VINCENZO IMPRENDITORE EDILE CHE ACQUISTA TERRENI IN PERMUTA E COSTRUISCE
A ISOLA DELLE FEMMINE OPERANO I PIÙ IMPORTANTI IMPRENDITORI MAFIOSI
DOPO L’OMICIDIO DI ENEA CESSA OGNI TIPO DI “PRESSIONE E/O VESSAZIONE” NEI CONFRONTI DEGLI EREDI CARDINALE
20.05.2011 UN TESTE SENTITO IN PROCURA: “non sono a conoscenza che la B.B.P. abbia invaso l’area degli EREDI CARDINALE”

Enea
Vincenzo si rompe il muro del silenzio sull’omicidio

Ergastolano
Siciliano l’ergastolano Bruno Francesco

Finalmente, dopo circa trenta anni e grazie al coraggio dei propri figli si rompe il silenzio sull’omicidio di Vincenzo Enea avvenuto nell’anno 1982. Si riaprono le indagini su un omicidio che ha visto coinvolti gli stessi personaggi protagonisti del processo “tempesta”.

La speranza da parte dei figli che l’apertura delle indagini possa portare all’individuazione degli esecutori e dei mandanti del delito di chiara matrice mafiosa.

CAPACI
ISOLA BRUNO FRANCESCO VASSALLO SALVATORE
BILLECI
SALVATORE BADALAMENTI COPACABANA RICCOBONO
GIOVANNI…….
OPERAZI0NE SAN LORENZO
IL PASSAGGIO DEL TESTIMONE

La
strage degli innocenti

LEGGIO
SPACCO’ IN DUE COSA NOSTRA IL PENTITO NAIMO AL PROCESSO

26 Gennaio 1982 Isola delle Femmine (PA), ucciso Nicolò Piombino

L’ALTRA FACCIA DELLA
MEDAGLIA UN INTERVENTO SULLA BRUTALE AGGRESSIONE AL PROFESSORE

Intercettato
al telefono con l ’ing. Galluzzo della S.I.S. il Sindaco di Isola delle Femmine Professore
Gaspare Portobello chiedeva posti di lavoro per i suoi concittadini di Isola
delle Femmine

http://pinociampolillo.wordpress.com/2012/04/22/intercettato-al-telefono-con-ling-galluzzo-della-s-i-s-il-sindaco-di-isola-delle-femmine-professore-gaspare-portobello-chiedeva-posti-di-lavoro-per-i-suoi-concittadini-di-isola-delle-femmine/

MICALIZZI MICHELE:
genero di Riccobono.
MUTOLO GASPARE:
elemento di spicco della famiglia di Rosario Riccobono.
RICCOBONO ROSARIO:
rappresentante di Partanna Mondello nel 1975 e dal 1978. Suo fratello Giuseppe,
a sua volta rappresentante di Partanna-Mondello, venne ucciso il 27.7.1961. Condannato
all’ergastolo. Scomparso, forse vittima di lupara bianca nel 1982. era socio
della cooperativa edilizia Liberta’. Reggeva i contatti con alcuni membri della
famiglia Santapaola a Catania.
BADALAMENTI GAETANO
(zu’ Tanu)(**): capo famiglia di Cinisi dal 1962 quando succede, pacificamente,
a Cesare Manzella rappresentante in seno alla commissione. Rappresentante della
famiglia di Cinisi nel 1975, viene espulso da Cosa Nostra nel 1978 per motivi
oscuri. E’ attivo nel traffico degli stupefacenti anche dopo questa data, il
22.5.84, infatti, viene colpito da mandato di cattura. Viene arrestato a Madrid
l’8.4.1984.
BADALAMENTI SILVIO:
nipote di Gaetano, assassinato il 2.6.1983.
BADALAMENTI VITO(**): di Gaetano.
Arrestato con il padre a Madrid l’8.4.84. Imputato per traffico di
stupefacenti, mandato di cattura 22.5.84.
ALFANO PIETRO(**):
Cugino di Gaetano Badalamenti. Arrestato con Gaetano Badalamenti a Madrid
l’8.4.84. Imputato per traffico di stupefacenti, mandato di cattura 22.5.84.
D’AGOSTINO EMANUELE:
elemento di spicco della famiglia di S.Maria del Gesu’. Fedelissimo di Bontate,
scompare dopo la morte di quest’ultimo. Coinvolto nel traffico di stupefacenti.
D’AGOSTINO ROSARIO:
catturato mentre si nascondeva con Giuseppe Grado nella villa di questi a
Besano. Era il guardaspalle di quest’ultimo. Traffico di stupefacenti.
D’AGOSTINO ROSARIO:
di Ignazio e di Bonanno Caterina, Palermo ?/6/1946. Detenuto (~).
GALLINA STEFANO: membro
della famiglia di Cinisi, ucciso il 1.10.1981.

Il Giudizio abbreviato. La disciplina
ed i vantaggi.

Il
Giudizio abbreviato
E’ un rito
alternativo di celebrazione del processo rispetto al rito ordinario (ovvero al
dibattimento ove la prova è assunta avanti al Giudice in contraddittorio tra le
parti ed il Giudice nulla – o quasi nulla – conosce degli atti di indagine
contenuti nel fascicolo del Pubblico Ministero).
E’ un giudizio che si
celebra allo stato degli atti ovvero sulla base di quelli che sono i risultati
delle indagini preliminari della polizia e che sono confluiti nel fascicolo del
Pubblico Ministero.
Non verranno – di
norma – sentiti testimoni né dell’accusa né della difesa.
Se la difesa intende
argomentare con documenti o per iscritto dovrà farlo con un apposito deposito
nel fascicolo del PM PRIMA della richiesta di abbreviato.
Il Giudizio
abbreviato si celebra avanti al GIP (ovvero un giudice unico qualunque sia il reato
per il quale si procede) in camera di consiglio ovvero senza la presenza del
pubblico (PM, difesa e Giudice non indossano la toga; solitamente si celebra
nella stanza del Giudice).
La richiesta di
Giudizio abbreviato è un diritto dell’imputato ed è prevista per qualsiasi tipo
di reato.
Il processo in
abbreviato si celebra in Camera di Consiglio avanti al GIP una volta che
l’imputato ne ha fatto richiesta o l’ha avanzata il difensore munito di procura
speciale.
L’abbreviato – dopo
il controllo delle formalità relative alla citazione dell’imputato e del suo
difensore – si apre con la requisitoria del PM alla quale segue l’arringa del
difensore.
Può partecipare anche
la persona offesa che può costituirsi parte civile con il suo avvocato (V. per
la costituzione di parte civile in questa stessa categoria del sito).
Il Giudice – letti i
documenti del fascicolo del PM ed eventualmente quelli depositati dalla difesa
PRIMA della richiesta di abbreviato nonché ascoltati sia il PM che la difesa –
deciderà se condannare o assolvere l’imputato.
L’assoluzione è
sempre ovviamente astrattamente possibile.
In caso di condanna il rito prevede una premialità per
l’imputato: ovvero la riduzione di un terzo della pena eventualmente inflitta.
La riduzione è
“secca” ovvero non può essere né maggiore né minore di un terzo della pena che
irrogherebbe il giudice senza riduzione ed è stata pensata dal Legislatore per
indurre gli imputati ad evitare processi lunghi e costosi.
Il Giudizio
abbreviato deve essere richiesto o durante l’Udienza preliminare, oppure – se
questa manca data la natura del reato – nella fase preliminare della prima
udienza dibattimentale e, comunque, in sostanza, prima che inizi la
celebrazione del processo con il rito ordinario.
****
Il Giudizio abbreviato condizionato.
Come detto, il
Giudizio abbreviato si svolge allo stato degli atti ovvero tutti quegli atti e
documenti contenuti nel fascicolo del PM al momento della richiesta di
abbreviato (che, lo ricordiamo, può essere chiesto solo e solamente
dall’imputato ed il PM non vi si può in alcun modo opporre ed il Giudice per accogliere
la richiesta deve solo considerare la correttezza formale della domanda).
Ma non è sempre così.
La procedura penale
prevede il Giudizio abbreviato condizionato ovvero un giudizio allo stato degli
atti ma con la possibilità di assumere ex novo la prova (o le prove) indicate
dall’imputato che, difatti, “condiziona” la sua richiesta di abbreviato
all’acquisizione delle prove che lui stesso indicherà.
Il PM come non può
chiedere che si proceda con il Giudizio abbreviato, così non può avanzare
nessuna richiesta di condizione (semmai si può opporre a quelle richieste dalla
difesa).
La richiesta delle
nuove assunzioni probatorie avanzata dalla difesa deve necessariamente essere
compatibile con la natura del Giudizio abbreviato: si dovrà trattare di prove
necessarie e che non stravolgano quella celerità e speditezza e quello “stato
degli atti” tipici del Giudizio abbreviato.
Il PM potrà addurre
prove contrarie.
In ogni caso, qualora
il compendio accusatorio (ovvero, in generale, tutti gli contenuti nel
fascicolo del PM) non sia sufficiente per il GIP per addivenire ad una decisone
(sia di condanna che di colpevolezza), il Giudice – di ufficio – potrà
provvedere ad assumere nuove prove (sia in caso di Giudizio abbreviato
“normale” che condizionato).
La Sentenza del
Giudizio abbreviato può essere impugnata in Appello come una Sentenza emessa a
seguito di celebrazione con il rito ordinario.
****
Il Giudizio
abbreviato può essere opportuno in diverse occasioni:
§
Nel caso di colpevolezza certa e provata già nella fase delle
indagini preliminari. Lo sconto di un terzo è sicuramente il migliore risultato
che si può ottenere in una sempre auspicabile e pragmatica ottica difensiva;
§
Nel caso in cui gli indizi raccolti durante le fase delle
indagini non siano tali da potersi dire superato il ragionevole dubbio circa la
colpevolezza dell’incolpato (un approfondimento dibattimentale in
contraddittorio tra le parti potrebbe colmare le lacune cristallizzate nelle
indagini);
§
Il coacervo accusatorio – che l’imputato conoscerà fin dal
momento dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari ex art. 415 bis
c.p.p. (V. nella categoria “cose da sapere” del sito) ovvero ben prima del
momento per la richiesta di Giudizio abbreviato – cristallizzato negli atti
delle indagini preliminari potrebbe indicare all’imputato ed al suo difensore
importati temi di prova da indagare in sede di indagini investigative difensive
(testimoni, documenti ed ogni altra circostanza di fatto e di diritto di segno
opposto rispetto a quella posta dagli investigatori alla base della pretesa
punitiva). Il quadro probatorio del PM, dunque, a seguito delle indagini o
dalle considerazioni svolte dalla difesa, potrà essere completato (e, direi, contraddetto
e minato) con tutti gli elementi raccolti dalla difesa e depositati nel
fascicolo del PM cosicché (al momento della celebrazione dell’abbreviato) il
Giudice troverà già nel fascicolo che studierà per la decisione tutti i “buchi”
della tesi accusatoria e l’illustrazione delle piste e deduzioni alternative a
sostegno dell’innocenza dell’imputato.

Pagine
correlate:

http://www.studiolegaledelalla.it/cose_da_sapere/il-giudizio-abbreviato-la-disciplina-ed-i-vantaggi/

B.B.P.,BADALAMENTI,BRUNO FRANCESCO,CATALDO, COPACABANA,D’ AGOSTINO,ENEA VINCENZO,IMPASTATO,EREDI CARDINALE,LO PICCOLO,LUCIDO, MICALIZZI;MUTOLO, ONORATO FRANCESCO,ROSARIO NAIMO,ROSARIO RICCOBONO,GALLINA

B.B.P., BADALAMENTI, Bruno Francesco, CATALDO, COPACABANA, D’ Agostino, Enea Vincenzo, EREDI CARDINALE, Gallina, IMPASTATO, LO PICCOLO, LUCIDO, Micalizzi;Mutolo, ONORATO FRANCESCO, ROSARIO NAIMO, Rosario Riccobono,

LA COMMISSIONE EUROPEA DELL’AMBIENTE Polveri sottili, ozono e benzene l’Italia batte tutti i record di smog

Molti europei sono ancora esposti a sostanze inquinanti atmosferiche nocive

Quasi un terzo degli abitanti delle città europee è esposto a concentrazioni eccessive di particolato in sospensione nell’aria (PM) Il particolato è una delle sostanze inquinanti più nocivi per la salute umana in quanto penetra nelle parti sensibili dell’apparato respiratorio. L’UE ha compiuto dei progressi nel corso degli ultimi decenni nella riduzione delle sostanze inquinanti atmosferiche che provocano acidificazione, ma una nuova relazione pubblicata oggi dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) indica che molte parti d’Europa continuano ad avere persistenti problemi per quanto riguarda le concentrazioni all’aperto di PM e ozono troposferico.
Janez Potočnik, Commissario per l’ambiente, ha dichiarato: “Questa relazione serve a ricordarci quanto sia importante la qualità dellaria per la salute dei nostri cittadini. Ecco perché voglio che il 2013 sia lAnno della qualità dellaria e perché intendo concentrarmi sul rafforzamento della nostra normativa in materia per poter affrontare i problemi che sono stati individuati oggi.”
La Professoressa Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’AEA, ha dichiarato: “La politica perseguita dallUnione europea è riuscita a ridurre le emissioni di molte sostanze inquinanti nel corso dellultimo decennio, ma si può fare di più. In molti paesi, le concentrazioni di sostanze inquinanti rimangono sopra i limiti legali raccomandati stabiliti per proteggere la salute dei cittadini europei. In effetti linquinamento atmosferico riduce laspettativa di vita di circa due anni nelle città e nelle regioni più inquinate.
La relazione del 2012 dell’AEA sulla “Qualità dell’aria in Europa”en prende in esame l’esposizione dei cittadini alle sostanze inquinanti e offre un’istantanea della situazione in Europa. La relazione intende promuovere lo sviluppo di politiche anti inquinamento più efficienti.

Risultati principali

•  Il particolato (PM) costituisce il maggior rischio per la salute dovuto all’inquinamento atmosferico nell’UE, che può condurre a morte prematura. La relazione stima che nel 2010 il 21% della popolazione urbana sia stata esposta a livelli di concentrazione di PM10 superiori ai valori limite giornalieri più severi, fissati dall’UE a salvaguardia della salute. Fino al 30% della popolazione urbana era esposta a livelli di concentrazione del particolato più fine (PM2,5) superiori ai valori limite annuali (meno severi) fissati dall’UE. Secondo i livelli di riferimento dell’OMS, che sono ancora più severi di quelli imposti dalla normativa dell’UE, rispettivamente fino all’81% e al 95% degli abitanti delle città si trovavano esposti a concentrazioni di PM superiori ai valori di riferimento stabiliti per la protezione della salute umana, il che evidenzia l’urgenza della prossima revisione della normativa sulla qualità dell’aria.
•  LOzono (O3) può provocare problemi all’apparato respiratorio e condurre a morte prematura. L’esposizione nei centri urbani è molto elevata: il 97% degli abitanti delle città dell’UE nel 2010 era esposto a concentrazioni di O3 superiori al livello di riferimento dell’OMS. il 17% era esposto a concentrazioni superiori al valore obiettivo fissato dall’UE per l’O3. Nel 2009, il 22% delle terre coltivabili in Europa era esposto a concentrazioni nocive di O3, che hanno provocato la perdita di raccolti.
•  Il biossido di azoto (NO2) è una delle principali cause di eutrofizzazione (crescita eccessiva di piante e alghe nell’acqua) e di acidificazione e contribuisce inoltre alla formazione di PM e O3. Nel 2010, il 7% degli abitanti delle città europee era esposto a livelli di NO2 superiori ai valori limite dell’UE. Le emissioni a livello nazionale di ossidi di azoto in molti paesi europei superano ancora i massimali di emissione stabiliti dalla normativa dell’UE e previsti dagli accordi presi in ambito ONU.
•  Il benzo(a)pirene (BaP) è cancerogeno. Una percentuale importante della popolazione urbana nell’UE (20-29% tra il 2008 e il 2010) era esposta a concentrazioni superiori al valore obiettivo dell’UE, che dovrà essere rispettato entro il 2013. L’aumento delle emissioni di BaP registrato in Europa nel corso degli ultimi anni è pertanto un motivo di preoccupazione.
   Il biossido di zolfo (SO2) costituisce un grande successo: le emissioni sono state ridotte in misura significativa negli ultimi anni grazie alla normativa dell’UE che imponeva l’utilizzo di una tecnologia per eliminare le emissioni e di carburanti con un minore contenuto di zolfo. Il 2010 è stato il primo anno in cui la popolazione urbana dell’UE non era esposta a concentrazioni di SO2 superiori al valore limite dell’UE.
•  Nell’UE le concentrazioni nell’aria esterna di monossido di carbonio, benzene e metalli pesanti (arsenico, cadmio, nichel, piombo) sono generalmente modeste, localizzate e sporadiche, con pochi casi di superamento dei valori limite e dei valori obiettivo fissati dalla normativa europea.

Fasi successive

Negli ultimi anni, l’AEA ha pubblicato informazioni annuali sulle emissioni di sostanze inquinanti atmosferiche e sui superamenti dei massimali di emissione ai sensi delladirettiva sui massimali nazionali di emissioneen. Verso la fine dell’anno in corso l’AEA pubblicherà un’analisi retrospettiva sul raggiungimento o meno degli obiettivi in materia sanitaria e ambientale fissati dalla direttiva sui massimali nazionali di emissione per il 2010.
La Commissione europea sta preparando per il 2013 una revisione della normativa dell’UE sulla qualità dell’aria, in consultazione con i portatori di interesse e prestando particolare attenzione alle politiche in materia di inquinamento dell’aria.

Contesto

Una cattiva qualità dell’aria può provocare disturbi cardiaci, problemi respiratori, tumori ai polmoni, difficoltà di respirazione e altre malattie. Alcune sostanze inquinanti possono portare all’eutrofizzazione, a ridotte rese agricole, ad una ridotta crescita delle foreste ed avere un impatto sul clima. Negli ultimi anni le emissioni di diverse sostanze inquinanti sono diminuite, il che ha contribuito ad un miglioramento della qualità dell’aria in alcune aree. Tuttavia, ciò non ha sempre comportato un calo corrispondente delle concentrazioni di sostanze inquinanti atmosferiche. I persistenti problemi relativi alla qualità dell’aria richiedono ulteriori sforzi al fine di ridurre le emissioni di diverse sostanze inquinanti.



IL RAPPORTO

Polveri sottili, ozono e benzene
l’Italia batte tutti i record di smog

Allarmante fotografia della qualità dell’aria nel documento presentato oggi a Bruxelles. In nessun altro paese i limiti di legge sono superati spesso come da noi. L’Ue: “Preoccupati per città come Milano, Bergamo e Novara”

Lo leggo dopo

BRUXELLES – In nessun paese europeo la qualità dell’aria è cattiva come in Italia. A certificare il triste primato è il rapporto 2012 dell’Agenzia Ue per l’Ambiente, presentato oggi a Bruxelles, relativo al periodo 2001-2010. 






Il nostro paese è quello che ha sforato più spesso i limiti comunitari per il particolato, l’ozono, il monossido di carbonio, il nickel e il benzene. Il documento dell’Unione fotografa una situazione davvero allarmante. L’Italia è tra gli Stati che nel 2010 hanno “superato più spesso” il valore limite annuale per le Pm10 (in vigore dal 2005), con Polonia, Slovacchia, Balcani e Turchia. 





Fuorilegge anche le concentrazioni di polveri sottili (Pm2.5), “più alte che il valore obiettivo annuale da raggiungere entro il 2010” (pure in Bulgaria, Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia). L’Italia ha anche i valori europei più alti di particolato (dati 2009) nelle zone rurali, insieme a Ungheria e Olanda. Unica nota positiva, il “miglioramento nel corso degli anni” del numero di sforamenti su basi giornaliera delle Pm10, tra il 2001 e il 2005 e poi nel 2010. 


Record assoluto in negativo per l’Italia anche sul fronte dell’ozono, dove nel 2010 i valori europei più alti sono stati registrati nell’Italia settentrionale, la cui concentrazione ha superato di oltre due volte la soglia limite. Maglia nera anche per il monossido di carbonio, di cui l’Italia è l’unico paese ad essere riuscito a sforare i limiti nel 2001, nel 2005 e nel 2010.  Eccessiva poi la presenza di nickel nell’aria italiana in alcune zone, principalmente in siti industriali del Nord, e anche di benzene/benzopirene, dove tra le uniche quattro stazioni europee di misurazione a superare la soglia limite vi è la Sicilia. 

In Italia, ha osservato il direttore esecutivo dell’agenzia Ue dell’Ambiente, Jacqueline McGlade, “la nostra preoccupazione sono città come Milano, Novara, Bergamo e altre, che sono andate oltre i limiti di ozono, polveri sottili e altri inquinanti”. Il problema dell’inquinamento nel Nord Italia, secondo McGlade, “è legato alla topografia della regione, ma anche al fatto che l’Italia è un crocevia per le masse d’aria generate dai trasporti a lungo raggio ad  Est, oltre a quello che viene generato in situ”. “Penso che questo – ha aggiunto – comporti una responsabilità speciale per il Nord Italia: non solo di controllare molto bene le emissioni industriali (vediamo ancora alcuni impianti inefficienti che inquinano aria e acqua)”, ma anche con interventi “per piani urbani, trasporti locali, trasporto merci e ferrovie”

Secondo le stime, “i cittadini europei pagano in termini di salute circa fra i 200 e 300 euro l’anno, a causa degli impianti industriali”. Di qui la necessità di agire in maniera importante sulla prevenzione, “soprattutto in Italia dove c’è una popolazione che invecchia, quindi particolarmente vulnerabile agli inquinanti”.

Secondo il ministro dell’Ambiente Corrado Clini “l’Italia ha bisogno di una politica per la mobilità sostenibile che non abbiamo ancora. Ci sono dei luoghi dove registriamo un positivo miglioramento dei livelli della qualità dell’aria e altri casi in cui rimangono dei problemi legati prevalentemente al traffico”. “Ci sono valori al di sopra dei obiettivi qualità dell’aria – ha aggiunto – che come strategia di base richiedono una gestione diversa della mobilità, riducendo il traffico privato, potenziando i servizi pubblici e promuovendo le forme di mobilità alternativa, come l’uso di biciclette o l’auto elettrica”. 

Alla luce dei risultati del rapporto Ue chiede un rapido cambio di marcia Legambiente. “La maglia nera assegnata all’Italia per la qualità dell’aria conferma ciò che segnaliamo da tempo: nel Belpaese c’è una vera e propria emergenza smog, una malattia cronica che colpisce tantissime città italiane e che non accenna a placarsi. Le cause dell’inquinamento atmosferico sono chiare e conosciute da tempo, eppure si fa ancora troppo poco per arginare il problema”, sottolinea Giorgio Zampetti, responsabile scientifico dell’associazione. Per porre “un freno all’inquinamento atmosferico in città – aggiunge Zampetti – è indispensabile adottare misure più concrete, strutturali ed efficaci come l’incremento del trasporto pubblico locale e del servizio ferroviario per il trasporto pendolare, il pedaggio urbano, l’estensione delle zone 30 e delle aree pedonali, delle corsie preferenziali per i mezzi pubblici e favorire l’incremento degli spostamenti in bicicletta lungo le strade cittadine”.


http://www.repubblica.it/ambiente/2012/09/24/news/rapporto_ue_smog-43180105/

Agenzia europea ambiente: inquinamento aria ancora elevato

La qualità dell’aria in Europa lascia ancora molto a desiderare e molti europei sono esposti a sostanze atmosferiche inquinanti e nocive. Quasi un terzo degli abitanti delle città europee è esposto a concentrazioni eccessive di particolato nell’aria. C’è ancora una forte esposizione all’ozono e al benzo(a)pirene, che è cancerogeno. Se poi si guarda ai dati italiani, emerge come il Belpaese guadagni una poco invidiabile maglia nera per la qualità dell’aria: sfora infatti i limiti europei per particolato, ozono, monossido di carbonio, nickel e benzene. Record negativo assoluto per l’ozono, per il quale nel 2010 la concentrazione di alcune aree ha superato di oltre due volte la soglia limite. Male anche la presenza di monossido di carbonio. Il quadro è tracciato dal rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente.
Lo studio sulla “Qualità dell’aria in Europa”, presentato oggi a Bruxelles, evidenzia le carenze nella qualità dell’aria dei paesi europei. L’Italia, come detto, non è in buono stato. Nel 2010 è fra i paesi che ha superato più spesso il valore limite annuale per le PM10 (in vigore dal 2005) insieme a Polonia, Slovacchia, Balcani e Turchia. Ci sono una eccessiva presenza di nickel nell’aria e di benzene/benzopirene, valori alti di particolato, valori elevati per concentrazione di polveri sottili, mentre l’unica nota positiva è un miglioramento progressivo del numero di sforamenti su basi giornaliere delle PM10.
Spostando lo sguardo all’Europa, emerge che quasi un terzo degli abitanti delle città europee è esposto a concentrazioni eccessive di particolato in sospensione nell’aria (PM), che è una delle sostanze inquinanti più nocive per la salute umana in quanto penetra nelle parti sensibili dell’apparato respiratorio. La relazione dell’Agenzia europea per l’ambiente indica dunque che molte parti d’Europa continuano ad avere forti problemi in tema di qualità dell’aria. Sostiene Janez Potočnik, Commissario per l’ambiente: “Questa relazione serve a ricordarci quanto sia importante la qualità dell’aria per la salute dei nostri cittadini. Ecco perché voglio che il 2013 sia l’Anno della qualità dell’aria e perché intendo concentrarmi sul rafforzamento della nostra normativa in materia per poter affrontare i problemi che sono stati individuati oggi.”
L’istantanea della situazione europea dice che, per quanto riguarda il particolato (che rappresenta il maggior rischio per la salute dovuto all’inquinamento atmosferico nell’UE), nel 2010 il 21% della popolazione urbana era esposta a livelli di concentrazione di PM10 superiori ai valori limiti giornalieri fissati dall’Europa, mentre fino al 30% della popolazione urbana era esposta a livelli di concentrazione del particolato più fine (PM2,5) superiori ai valori limite annuali (meno severi) fissati dall’UE. Prendendo a riferimento i valori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che sono più severi, emerge invece che rispettivamente fino all’81% e al 95% degli abitanti delle città si trovavano esposti a concentrazioni di PM superiori ai valori di riferimento stabiliti per la protezione della salute umana.
Nei centri urbani è elevata l’esposizione all’ozono: il 97% degli abitanti delle città dell’UE nel 2010 era esposto a concentrazioni di ozono superiori al livello di riferimento dell’OMS. Il 7% degli abitanti delle città europee è esposto a livello di biossido di azoto superiori ai valori limite europei.
Capitolo dolente è quello del benzo(a)pirene, che è cancerogeno: fra il 20 e il 29% della popolazione urbana europea fra il 2008 e il 2010 era esposta a concentrazioni superiori al valore obiettivo europeo, che deve essere rispettato entro il 2013, mentre sono aumentate le emissioni registrate negli ultimi anni. Unica nota positiva è la riduzione delle emissioni di biossido di zolfo.
Commenta il direttore esecutivo dell’AEA Jacqueline McGlade: “La politica perseguita dall’Unione europea è riuscita a ridurre le emissioni di molte sostanze inquinanti nel corso dell’ultimo decennio, ma si può fare di più. In molti paesi, le concentrazioni di sostanze inquinanti rimangono sopra i limiti legali raccomandati stabiliti per proteggere la salute dei cittadini europei. In effetti l’inquinamento atmosferico riduce l’aspettativa di vita di circa due anni nelle città e nelle regioni più inquinate.”
AMBIENTE
24/09/2012 –

Ue, all’Italia la maglia nera per la qualità dell’aria

Numerosi e prolungati superamenti della soglia consentita di polveri sottili e altri inquinanti nelle sue maggiori città

ROMA
L’Italia nel 2010 è tra i Paesi europei che ha superato più spesso i limiti Ue nell’aria per il particolato, l’ozono, il monossido di carbonio, il nickel e ilbenzene. E’ quanto emerge dal rapporto 2012 dell’Agenzia europea per l’Ambiente presentato oggi a Bruxelles e relativo al periodo 2001-2010, che al Belpaese (insieme a Polonia,Slovacchia, Balcani e Turchia) ha assegnato la maglia nera nell’Unione per la qualità dell’aria. 




Anche “le concentrazioni di polveri sottili – si legge – sono state più alte del valore obiettivo annuale fissato per il 2010”, soprattutto al nord. Tuttavia, l’Italia registra una notapositiva nel “miglioramento nel corso degli anni” del numero di sforamenti su basi giornaliera delle Pm10. 





Secondo il rapporto, quasi un terzo degli abitanti delle città europee è esposto a concentrazioni eccessive di particolato in sospensione nell’aria (Pm), una delle sostanzeinquinanti più nocivi per la salute umana in quanto penetra nelle parti sensibili dell’apparato respiratorio. 


«Questa relazione serve a ricordarci quanto sia importante la qualità dell’aria per la salute dei nostri cittadini. Ecco perché voglio che il 2013 sia l’anno della qualità dell’aria e perché intendo concentrarmi sul rafforzamento della nostra normativa in materia per poter affrontare i problemi che sono stati individuati oggi» ha dichiarato il commissario perl’Ambiente, Janez Potocnik. 

Ultimo aggiornamento
Inquinamento atmosferico
Inquinamento: il nuovo registro europeo rende accessibili al pubblico le informazioni sulle emissioni degli impianti industriali in Europa
Ambiente: grazie a nuove mappe i cittadini europei hanno una panoramica dell’inquinamento atmosferico causato da fonti diffuse
Il settore europeo dei trasporti deve essere ambizioso per raggiungere gli obiettivi fissati
Ambiente e salute
Ambiente: le acque di balneazione europee continuano ad essere di buona qualità
Acque pulite nella maggior parte delle destinazioni turistiche dell’UE
Ambiente urbano
La sovraccrescita urbana – La sfida ambientale ignorata dell’Europa
http://www.eea.europa.eu/it/pressroom/newsreleases/molti-europei-sono-ancora-esposti

Sicilia

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente
(Decreto Assessoriale n. 176/GAB del 9/8/2007)

http://www.minambiente.it/home_it/menu.html?mp=/menu/menu_attivita/&m=argomenti.html%7CInquinamento_atmosferico.html%7CQualita_dellaria.html%7CPiani_sulla_qualita_dellaria.html

PIANO ARIA REGIONE SICILIA 

PIANO ARIA REGIONE SICILIA COPIATO DAL VENETO – YouTube 

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Ilva Taranto, commissione al lavoro per rilascio autorizzazione ambientale

Ilva Taranto, commissione al lavoro per rilascio autorizzazione ambientale

Ilva Taranto,
commissione al lavoro per rilascio autorizzazione ambientale

Per il 30 settembre potrebbe essere pronta nonostante i
custodi siano sommersi di lavoro. Il presidente Carla Sepe chiede al numero uno
degli esperti nominati dal gip, l’ingegner Barbara Valenzano, di voler
confermare una serie di informazioni trasmesse dall’azienda. Ma i dati sono mai
arrivati ai tecnici

Ilva Taranto, commissione al lavoro per rilascio autorizzazione ambientale


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Il lavoro della commissione per il rilascio dell’autorizzazione integrata
ambientale all’Ilva non conosce sosta. Per il 30 settembre
potrebbe essere pronta, nonostante i custodi siano sommersi di lavoro. Il
presidente Carla Sepe non ha esitato a chiedere informazioni in pochi giorni
anche minacciando una denuncia. La prima lettera è datata 3 settembre 2012, la
seconda è di appena una settimana più tardi. In entrambe le missive il
presidente chiede al “gestore” dello stabilimento, Barbara
Valenzano, di voler confermare una serie di
informazioni trasmesse da Ilva entro un paio di giorni, pena la
denuncia per omessa comunicazione. Peccato che né Ilva né la commissione abbiano
inviato quei dati “voluminosi” ai tecnici.  Barbara Valenzano, però, schiva il
colpo entrambe le volte e rilancia: “Nessuna di quelle proposte di intervento è
giunta ai custodi, ma in ogni caso – scrive la Valenzano dopo aver reperito le
proposte attraverso strade differenti – si ritiene necessario integrare l’elenco
degli interventi proposti dalla società” per adeguarli alle migliori
tecnologie disponibili e ricorda alla Sepe che la sua commissione “ha
piena facoltà di individuare interventi integrativi o migliorativi” rispetto a
quanto proposto dall’Ilva. I custodi, insomma, devono riuscire a risolvere entro
pochi giorni tutto quello che in decenni istituzioni, locali e nazionali non
hanno saputo fare. Se non ci riescono, per loro scatta la denuncia.
Il ministro dell’ambiente Corrado Clini, intanto, non perde
occasione per ribadire che ”l’autorizzazione che consente all’Ilva l’esercizio
degli impianti compete al ministero dell’Ambiente. Io – aggiunge il ministro –
so qual è il mio compito e conosco quelli della magistratura”. Un concetto
chiaro, anche se non proprio in linea con il codice di procedura penale: per
Clini non sarà la procura di Taranto né il gip Patrizia Todisco
a impedire che la fabbrica del Gruppo Riva possa continuare a
produrre. Una vera e propria sfida dopo la bocciatura del piano di interventi
proposto dal presidente Bruno Ferrante che mirava a ottenere
anche una minima capacità produttiva che possa garantire anche la salvaguardia
degli impianti e i livelli occupazionali.
Il 30 settembre, per Clini e la sua commissione, è quindi una data cruciale.
Secondo il ministro, i tempi del risanamento si aggirerebbero intorno a 3 o 4
anni e gli interventi sarebbero così “imponenti” da “cambiare non solo la pelle,
ma anche il cuore industriale di Taranto”. Nel frattempo l’Ilva avrebbe l’ok del
Ministero dell’ambiente per continuare a produrre e, quindi, a inquinare. Una
sorta di licenza per continuare ad avvelenare operai e
cittadini di Taranto in attesa di realizzare gli interventi per “eliminare tutte
le situazioni di pericolo”. L’attività produttiva potrebbe quindi riprendere in
barba alle disposizioni del tribunale del Riesame che confermando il sequestro
senza facoltà d’uso, aveva stabilito che l’attività produttiva
potrà riprendere solo “in condizioni di piena compatibilità ambientale, una
volta eliminate del tutto quelle emissioni illecite, nocive e dannose per la
salute dei lavoratori e della popolazione”.
Eppure l’Ilva aveva già ottenuto l’Aia il 4 agosto 2011 con una commissione
guidata allora dal presidente Dario Ticali. Lo stesso che avrebbe ricevuto,
secondo quanto racconta l’avvocato Franco Perli a Fabio Riva in una telefonata
intercettata dalla Guardia di finanza di Taranto, la
disposizione da Luigi Pelaggi, ex capo di gabinetto dell’allora ministro
Stefania Prestigiacomo, di “parlare” con Giorgio Assennato sulla cui testa
pendeva, per il suo comportamento ostile all’azienda, il diktat di
“distruggerlo” dell’ex pr dell’Ilva, Girolamo Archinà. Le prescrizioni contenute
nell’autorizzazione concessa da quella commissione, i cui lavori secondo quanto
emerge dalle intercettazioni sarebbero stati pilotati dal
sistema Archinà, si sono dimostrate assolutamente inefficaci tanto che una nuova
commissione sta procedendo al suo riesame. A guidarla, oggi, c’è Carla Sepe che nell’agosto 2011 era la vice di Ticali. La commissione si
riunisce spesso all’interno dello stabilimento, ma i sopralluoghi agli impianti
sarebbero stati appena due. Ai lavori partecipa anche l’azienda, nonostante
il divieto imposto dal custode giudiziario. Perché il 30
settembre incombe e l’Aia “s’ha da fare”. Sempre che la commissione riesca a
finire i lavori.

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Procura all’Ilva: eliminare le emissioni inquinanti stop all’attività
produttiva


TARANTO – Non c’è alcuna autorizzazione ad una produzione
ridotta: gli impianti dell’area a caldo dell’Ilva sottoposti a sequestro
inquinano e quindi non possono continuare a produrre. Il procuratore di Taranto,
Franco Sebastio, non lascia spazio ad equivoci sulle direttive impartite ai
custodi giudiziari del siderurgico, intervenendo in prima persona con una nota
per precisare i contenuti della direttiva e smentire interpretazioni che parlano
di una «inesistente autorizzazione» a continuare la produzione anche se a
livelli ridotti. 

Il sequestro degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva, precisa infatti
Sebastio nella nota, «impone l’eliminazione delle emissioni inquinanti e
pericolose e all’uopo inibisce qualunque attività produttiva degli impianti
sequestrati. L’ultima direttiva consegnata ai custodi tecnici e al presidente
dell’Ilva, Bruno Ferrante, «integra e chiarisce – precisa Sebastio – in maniera
esaustiva il contenuto delle precedenti direttive interlocutorie via via
emesse». Il procuratore ribadisce, quindi, che «l’utilizzo degli impianti in
questione è consentito all’unico fine della bonifica in vista della loro
eventuale successiva riutilizzazione a fini produttivi».

La procura
riconosce che la complessità del ciclo continuo di funzionamento dell’acciaieria
impone alcune cautele «tecnicamente necessarie per evitare, ove possibile, il
deterioramento o la distruzione degli impianti medesimi», ma spiega con
determinazione che «il sequestro inibisce l’utilizzo degli impianti e delle aree
sequestrate ai fini produttivi, ivi compresi i parchi minerari». Ovviamente,
conclude Sebastio, «i custodi-amministratori provvederanno all’attuazione
definitiva sulla base delle prescrizioni e degli interventi tecnici che saranno
da loro determinati così come peraltro disposto nei provvedimenti di sequestro
emessi dal gip e dal Tribunale del riesame, riferendone a questo
ufficio».

La precisazione del procuratore arriva all’indomani di una
intensa giornata dedicata da Governo, Regione ed Enti locali al tentativo di
salvare il polo siderurgico tarantino cercando anche in Europa fonti di
finanziamento per rendere compatibili dal punto di vista ambientale gli impianti
dell’acciaieria. Il ministro dell’ambiente Corrado Clini ieri è stato prima a
Bari e poi a Taranto per incontrare il commissario europeo Tajani, azienda,
sindacati e ambientalisti.

La direttiva della procura era stata
consegnata ai tre custodi ‘tecnicì e anche al presidente dell’Ilva, Bruno
Ferrante, anche lui custode giudiziario. Nel documento si ribadiva che il
sequestro degli impianti dell’aria a caldo del siderurgico è senza facoltà
d’uso, che gli impianti non possono essere utilizzati a fini produttivi, così
come già indicato nel decreto di sequestro confermato dal Tribunale del Riesame,
pur dovendo salvaguardare gli stessi impianti.


AIA Ilva, le osservazioni tecnico-giuridiche di PeaceLink

14 settembre 2012 – Associazione PeaceLink
Documento presentato da PeaceLink
Osservazioni tecnico-giuridiche nell’AIA
Vi è un
equivoco di fondo quando si dice “mettere a norma” gli impianti 
dell’Ilva. Che cosa significa infatti “mettere a norma”?
L’AIA
prevede che una fabbrica sia autorizzata se adotta le BAT, ossia le 
migliori
tecnologie disponibili. Ma “disponibili” vuol dire che sono nella disponibilità economica dell’imprenditore.
Il dlgs
59/2005 definisce così il significato di “disponibili”:

le tecniche sviluppate su una
scala che ne consenta 
l’applicazione in condizioni
economicamente e tecnicamente valide 
nell’ambito del pertinente comparto
industriale, prendendo in 
considerazione i costi e i vantaggi,
indipendentemente dal fatto che siano 
o meno applicate o prodotte in ambito
nazionale, purche’ il gestore possa 
avervi accesso a condizioni
ragionevoli;

Una tale definizione di “disponibile” porta a
subordinare l’efficacia tecnica alle ragioni della “ragionevolezza economica”.
Ilva fa riferimento a questo aggettivo
(“disponibile”) per dire che ha scelto fra le varie tecnologie quella che più
le sembra idonea alla propria “disponibilità economica” e ha già detto in
passato che è già dotata delle BAT, ossia delle migliori tecnologie
disponibili.
La nostra risposta è pertanto che occorre
andare OLTRE le migliori tecnologie disponibili per parlare di adozione delle
migliori tecnologie in assoluto, ossia quelle a cui fa riferimento la perizia chimico-tecnologica
commissionata dal GIP dott.ssa Patrizia Todisco..
La perizia valuta un “range” di soluzioni
tecnologiche, ossia un intervallo di valori emissivi evidenziando di quanto –
rispetto alle migliori performance ambientali – si discosti l’attuale livello
emissivo degli impianti Ilva.
Come fare in modo che l’AIA adotti le migliori
tecnologie in assoluto?
Come poter dire che la “messa a norma” degli
impianti significhi l’adozione delle migliori tecnologie in assoluto?
La risposta sta nell’articolo 8 della
normativa sull’AIA (dlgs 59/2005) che è stato trasfuso nel Codice dell’Ambiente
(dlgs 152/2006).

Ecco il testo.

Dlgs
59/2005 sull’AIA
Decreto
Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59
Attuazione
integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e
 riduzione
integrate dell’inquinamento
Art.
8. Migliori tecniche disponibili e norme di qualità ambientale
1.
Se, a seguito di una valutazione dell’autorità competente, che tenga
conto di tutte le emissioni coinvolte,
risulta necessario applicare ad
impianti, localizzati in una determinata
area, misure più rigorose di
quelle ottenibili con le migliori tecniche
disponibili, al fine di
assicurare in tale area il rispetto delle norme
di qualità ambientale,
l’autorità competente può prescrivere nelle
autorizzazioni integrate
ambientali misure supplementari particolari più
rigorose, fatte salve le
altre misure che possono essere adottate per
rispettare le norme di
qualità ambientale.

Questo articolo è stato COMPLETAMEMNTE
DISATTESO DALLA AIA rilasciata all’Ilva nel 2011.
Dalla perizia dei chimici risulta infatti che
le tecnologie dell’Ilva non rientrano nelle migliori BREF (Bat Reference),
ossia nelle migliori tecnologie in assoluto. In alcuni casi le tecnologie
adottate sono fuori dal “range” delle Bref, e questo è gravissimo, perché vuol
dire che i vari tecnici della Commissione Aia, compresi quelli degli enti
locali, non hanno vigilato, o hanno vigilato al contrario, come sembra emergere
dalle intercettazioni, dove compaiono alcuni nomi.

Ed ecco le prestazioni ambientali degli
impianti dell’Ilva, raffrontate con le BREF.

COKERIA

Emissioni non convogliate delle polveri nel
processo di cokefazione:
1 g/t è il valore minimo Bref (la prestazione con
la migliore tecnologia)
69.6 g/t è il valore stimato dal gestore
post-intervento AIA
17,2 g/t è l’inquinamento massimo consentito
dalle Bref

Ossia: le emissioni della cokeria dell’Ilva
con l’AIA sarebbero circa 70 volte superiori a quanto consentirebbe la migliore
tecnologia!

E’ sorprendente che i tecnici della
Commissione AIA e degli enti locali abbiano consentito uno sforamento di questo
genere autorizzando un impianto che è stato poi sequestrato dalla Magistratura.

Le caratteristiche dell’impianto autorizzato
contrastano con quanto previsto dal dlgs 59/2005 (normativa AIA). Infatti con
l’AIA possono essere autorizzate solo le migliori tecnologie disponibili!
Se si considerano le emissioni orarie (Kg/h
valori di massa) la cokeria avrebbe emissioni circa 20 volte superiori
minimo Bref 0,65 kg/h
valore misurato dal gestore Ilva 12,6 kg/h
La commissione AIA inoltre ha autorizzato una
cokeria a 300 metri
dal centro abitato quando una cokeria – anche se dotata di BAT recenti – non è
in grado di scendere sotto 1 ng/m3 di benzo(a)pirene nel raggio di 1700 metri, come ha
documentato PeaceLink nelle proprie osservazioni presentate per l’AIA del 2011.

Molto chiari sono infatti i risultati degli
studi riportati in Atmospheric Environment 43 (2009) 2070–2079.
Lo studio è
stato condotto da Diane Ciaparra (Corus Research, Development and Technology,
UK), Eric Aries (Corus Research, Development and Technology, UK), Marie-Jo
Booth (Corus Research, Development and Technology, UK), David R. Anderson
(Corus Research, Development and Technology, UK), Susana Marta Almeida (ISQ,
Portogallo), Stuart Harrad (Division of Environmental Health & Risk
Management, Public Health Building, School of Geography, Earth &
Environmental Sciences, University of Birmingham, UK).

A conferma del fattore “distanza” e delle
criticità della cokeria di Taranto, c’è anche uno studio scientifico svolto a
Genova che conferma quanto sopra asserito dai tecnici della Corus Research per
il benzo(a)pirene:

a Genova il benzo(a)pirene è diminuito fra il 92 e il 97% quando hanno
spento la cokeria, come documenta questa ricerca scientifica coordinata dal
dott. Federico Valerio:

Appare del tutto evidente che la cokeria
dell’Ilva non possa ottenere – anche per ragioni di distanza, oltre che per
ragioni tecniche – l’Autorizzazione Integrata Ambientale, e che l’unica soluzione
per abbattere le emissioni di benzo(a)pirene – rimuovendo il pericolo segnalato
dalla Magistratura – sia la chiusura dell’attuale cokeria da cui deriva il
sistematico sforamento del valore di 1 ng/m3 di benzo(a)pirene nel quartiere
Tamburi di Taranto.

IMPIANTO DI AGGLOMERAZIONE

Particolarmente grave è la situazione del
camino E312 che – benché abbia attirato l’attenzione per le emissioni di
diossina – è tuttavia fuori dalle BREF per le polveri/orarie:
Differenza in massa delle polveri emesse tra i
valori misurati e quelli di riferimento del BRef-BAT Conclusions della Fase di
processo Sinterizzazione:

Minimo Bref 3,4 kg/h
Misurato dal gestore Ilva 85,5 kg/h
Massimo Bref 51 kg/h

Come si vede le emissioni di polveri di quel
camino (noto per emettere diossina) si attestano su quantitativi orari di
polvere 25 volte superiori rispetto ai minimi emissivi consentiti con la
migliore tecnologia.
DEPOLVERAZIONE CAMINI E 314 ED E 315
Il sistema di depolverazione secondaria dei
camini E 314 ed E 315 si pone anch’esso al di fuori delle BREF:
55,57 kg/h misurato dal gestore Ilva
Massimo Bref 17 kh/h
ALTOFORNI
Per l’altoforno le cose non vanno benissimo,
in quanto le prestazioni si collocano nella fascia peggiore delle Bref:
Altoforno, fase processo di caricamento

minimo Bref kg/h polveri 2,14
misurato dal gestore 29,88
massimo Bref 31,97
Come si vede si potrebbero ottenere emissioni
orarie 14 volte inferiori con la migliore tecnologia.
E anche nella fase di colaggio ghisa e loppa
le prestazioni sono inaccettabili, se si fa riferimento all’art.8 del dlgs
59/2005, visto prima. Infatti:

minimo Bref 0,42 g/t di ghisa
misurato dal gestore Ilva 40,1 g/t
massimo Bref 41,95 g/t
In poche parole se venisse adottata la
migliore tecnologia in questa fase, avremmo una diminuzione delle emissioni
orarie di 95 volte. E la commissione AIA ha approvato!

ACCIAIERIE

L’acciaieria ha emissioni di polveri anch?essa
inaccettabile. Fuoriesce dal range delle Bref il rapporto grammi di polvere per
tonnellata di acciaio:

Acciaieria, emissioni polveri
minimo bref 14 g/t di acciaio
massimo bref 143 g/t
stimato dal gestore Ilva post interventi
218,68 g/t
I valore di emissioni dell’acciaieria è ben 15
volte superiore a quello consentito dalla migliore tecnologia.
Di tutte queste sviste ne dovranno rispondere
i componenti della Commissione AIA, e in particolare quelli che dovevano
rappresentare il Comune, la Provincia e la Regione, per non aver tutelato gli
interessi della popolazione. Ma ne dovranno rispondere anche i decisori
politici, a cui spetta il compito di prendere le decisioni ultime e – se hanno
scelto tecnici compiacenti o disattenti o negligenti – ne rispondono anche essi 
per non aver vigilato o per aver condiviso
scelte che la magistratura ha “bollato” come contrarie alla salute.

Quindi la nostra richiesta deve essere:
applicare l’art. 8 del dlgs 59/2005 e quindi applicare le migliori tecnologie
(quella indicate con grande precisione nell’ordinanza del GIP Todisco).

La loro adozione può prevedere un
cronoprogramma, ma a PRODUZIONE FERMA e impianti accesi. TECNICAMENTE SI
POSSONO TENERE GLI IMPIANTI IN STAND BY, li si può fermare da un punto di vista
produttivo senza che si distruggano, esattamente come si fa quando li si ferma
per le manutenzioni. Solo che in questo caso si tratterebbe di rifacimento
secondo i migliori standard previsti dalle Bref.

Inoltre vi sono queste osservazioni.

SCARICO MATERIE PRIME AL PORTO
Gli sporgenti dell’Ilva sono stati sequestrati
dalla magistratura per l’inquinamento del mare, del suolo e dell’aria, prodotto
nelle fasi di scarico e trasferimento sui nastri trasportatori, che sono
scoperti per la maggior parte del tragitto. La situazione è diventata ancora
più critica dopo l’autorizzazione dello scarico del pet-coke, reso possibile
dall’AIA del 2011.
La nostra richiesta – in linea anche con la
posizione dell’Arpa Puglia – è Ilva non possa ricevere l’AIA se non adotta
procedure di scarico e trasferimento nei nastri trasportatori che avvengano in
ambienti coperti e senza provocare la dispersione delle materie prime.

PARCHI MINERALI
Le analisi sui campioni prelevati il 16
febbraio 2001 dai periti della Procura all’interno dei parchi minerali e il 23
novembre 2011 nell’area perimetrale dello stabilimento Ilva, sul lato interno,
evidenziano la presenza di composti inorganici aerodispersi prevalentemente a
base di Ferro e Ossidi di Ferro, con presenza di tracce di metalli pesanti (in
particolare arsenico) e addirittura di diossine e furani, nonché di PCB, oltre
a piombo, vanadio e nichel (nel campione nelle adiacenze dei parchi minerali).1
La situazione è diventata ancora più critica
dopo l’autorizzazione dello stoccaggio del pet-coke nei parchi minerali, reso
possibile dall’AIA del 2011.
Le dichiarazioni del Procuratore della
Repubblica dott. Franco Sebastio sul parco minerali dell’Ilva di Taranto fanno
chiarezza su un “papocchio” che – complici i decisori politici – si trascina da
troppo tempo. Il Procuratore Capo ha dichiarato infatti: “Innaffiare i parchi
minerali è inutile e anzi dannoso”. E ha precisato: “In assenza di un sistema
di scolo convogliato e impermeabile, provoca inquinamento ulteriore: Dobbiamo
aggiungere un’alta ipotesi di reato?”
La nostra richiesta – in linea anche con la
posizione dell’Arpa Puglia – è Ilva non possa ricevere l’AIA se non adotta una
copertura idonea dei parchi minerali.
Non va dimenticato infine il parco minerali.
L’acciaio a Dangjin, nella Corea del Sud, si fa con i parchi minerali coperti.
Nelle intercettazioni telefoniche appare chiara la preoccupazione dell’Ilva per
i parchi e non a caso il Sindaco non ha prescritto la copertura. E neppure
Vendola e Florido.

MISE FALDA SUPERFICIALE E PROFONDA

L’AIA dell’Ilva deve prevedere la messa in
sicurezza di emergenza (MISE) della falda sottostante e la bonifica, come
presito dalla Conferenza dei Servizi:

Per PeaceLink
Ing. Carlo Gubitosa
Dott,ssa Lidia Giannotti
Prof. Alessandro Marescotti
1 Si rimanda all’ordinanza del Tribunale del
Riesame.

Ilva: ambientalisti Taranto ricordano a Clini sua
posizione su impianto Genova

Taranto, 13 set. – (Adnkronos) – In
vista dell’incontro che terranno con Corrado Clini domani nella Prefettura di
Taranto i responsabili delle associazioni locali di Ail (Associazione Italiana
contro le Leucemie) Paola D’Andria, Fondo Antidiossina Taranto Onlus Fabio
Matacchiera e PeaceLink Alessandro Marescotti, riuniti nel gruppo Altamarea, in
un documento che verra’ consegnato domani ricordano all’esponente di governo
una sua vecchia dichiarazione pronunciata dodici anni fa a proposito degli
impianti dell’Ilva di Cornigliano (Genova). ‘La chiusura dell’altoforno e della
cokeria delle Acciaierie – diceva alora – e’ una questione urgente. Sul piano
dei danni ambientali, dell’inquinamento e della salute dei cittadini siamo gia’
in ritardo’. “Riteniamo che la posizione espressa da Clini per l’Ilva di Genova
dodici anni fa – sottolineano – non possa non valere anche per l’Ilva di
Taranto oggi, di fronte a evidenze chimiche ed epidemiologiche non dissimili da
quelle che emersero nell’indagine della Procura della Repubblica di Genova.
Vogliamo evidenziare con chiarezza la posizione delle nostre associazioni: gli
impianti sotto sequestro non sono idonei a ricevere l’autorizzazione integrata
ambientale”. “I risultati delle indagini penali – continuano le tre
associazioni – sono un dato da cui non si puo’ prescindere, ed hanno reso
necessario il sequestro di alcuni impianti proprio in quanto il loro esercizio,
l’attivita’ in concreto, non potenziale, era in grave violazione di norme
penali, norme poste a protezione di beni fondamentali come la vita e la salute
che nel caso dell’Ilva riguarda un numero enorme di persone. Chi ha reso
possibile quella attivita’ e’ stato tra l’altro colpito da provvedimenti
restrittivi della liberta’ personale. Non si puo’ quindi autorizzare un
qualunque soggetto alla prosecuzione di reati, il cui accertamento con i poteri
e le facolta’ connesse e’ ovviamente riservato agli organi giurisdizionali”.
(13 settembre 2012 ore
20.16)
Documento per incontro AIA ILVA a Taranto
 
Al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini
 
“La chiusura dell’altoforno e della cokeria delle Acciaierie è una questione 
urgente. Sul piano dei danni ambientali, dell’inquinamento e della salute dei 
cittadini siamo già in ritardo”. 
A pronunciare queste parole sugli impianti dell’Ilva di Cornigliano (Genova) 
dodici anni fa, era l’attuale ministro dell’ambiente Corrado Clini.
Riteniamo che la posizione espressa da Clini per l’Ilva di Genova dodici anni fa non possa non valere anche per l’Ilva di Taranto oggi, di fronte a evidenze chimiche ed epidemiologiche non dissimili da quelle che emersero nell’indagine 
della Procura della Repubblica di Genova.
Vogliamo evidenziare con chiarezza la posizione delle nostre associazioni: gli 
impianti sotto sequestro non sono idonei a ricevere l’autorizzazione integrata ambientale.
I risultati delle indagini penali sono un dato da cui non si può prescindere, ed 
hanno reso necessario il sequestro di alcuni impianti proprio in quanto il loro 
esercizio (l’attività in concreto, non potenziale) era in grave violazione di norme penali, norme poste a protezione di beni fondamentali come la vita e la salute 
che nel caso dell’Ilva riguarda un numero enorme di persone.
Chi ha reso possibile quella attività è stato tra l’altro colpito da provvedimenti 
restrittivi della libertà personale.
Non si può quindi autorizzare un qualunque soggetto alla prosecuzione di reati (il cui  accertamento con i poteri e le facoltà connesse è ovviamente riservato 
agli organi giurisdizionali).
Le perizie disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari di Taranto hanno 
raffrontato le BAT - migliori tecnologie disponibili – alle caratteristiche degli 
impianti in uso, uno per uno, in tutte le fasi di processo; ne sono emerse 
criticità eccezionalmente pesanti che, valutate sotto il profilo degli effetti di 
carattere sanitario, non potevano che portare alla decisione dell’interruzione dell’esercizio.
Le motivazioni alla base della nostra posizione sono le motivazioni tecniche contenute nell’ordinanza del GIP.
Gli attuali impianti non possono funzionare non solo per la loro cattiva gestione e manutenzione, ma per le loro caratteristiche strutturali.
Neppure un’ottima gestione e manutenzione consentirebbero di allinearsi alle 
emissioni minime consentite dalle migliori BAT.  Per evitare ogni equivoco, va 
detto che questi impianti, anche se sottoposti ad interventi di “revamping” non sono compatibili con la salute degli abitanti del vicino centro abitato (come 
dimostrato dalle perizie). Il “revamping tecnologico” è infatti un’operazione che sottopone a revisione e ristrutturazione gli impianti industriali allo scopo di 
allungare la loro vita utile, all’interno del processo produttivo.
Sin dal 1997 (con delibera del Consiglio dei Ministri dell’11 luglio 1997 e con 
DPR del 23 aprile 2008), Taranto è stata dichiarata area ad elevato rischio di crisi ambientale.
La Commissione ICCP (che istruisce l’AIA) sa che l’articolo 8 del d.l.vo 59/2005 
in materia di rilascio dell’AIA prevede che in alcuni gravi casi, tenendo conto di tutte le emissioni coinvolte, è necessario adottare le migliori tecnologie in 
assoluto, imponendo la prescrizione cioè di “misure supplementari particolari 
più rigorose” rispetto al range di tecnologie e dei relativi risultati ottenibili, nel 
cui ambito le imprese possono normalmente scegliere (tecnologie “disponibili”).
Sugli attuali impianti siderurgici dell’area a caldo dell’Ilva, le tecnologie “migliori in assoluto“, quindi all’apice del range di possibilità, non sono implementabili.
Ci sono due i presupposti per applicare l’art. 8 (trasfuso totalmente nel d. l.vo 152/2006).
Il primo è la dichiarazione di Taranto come città a grave rischio ambientale.
Il secondo è la certificazione delle perizie commissionate dalla magistratura che attestano l’esistenza di un pericolo in atto, i cui effetti sono quantificati in 30 
decessi annui dovuti alle emissioni dell’inquinamento industriale.  Ciò è emerso nell’incidente probatorio, in contraddittorio con i periti dell’Ilva, i quali non hanno portato alcuna argomentazione per confutare i contenuti della perizia 
epidemiologica.
Pertanto le risultanze dell’incidente probaborio sono comprovate e sono ormai un dato acquisito.
Il silenzio su questa disposizione di legge è incomprensibile: se il caso dell’Ilva e la situazione creatasi attualmente a Taranto non sono quelli previsti dal citato art. 8 (e non ne integrano i presupposti per esigere nell’esercizio degli impianti 
le migliori tecnologie in assoluto), si attende di capire in quali altri casi – diversi e più gravi – ne sarebbe prevista l’applicazione.
Le nostre associazioni ritengono che azioni dirette ad autorizzare ad ogni costo l’esercizio degli impianti non porterebbero soltanto a un conflitto tra poteri o 
apparati dello Stato.
Il sistema penale, infatti, difende beni fondamentali da danni e da minacce in 
atto. Tutto l’ordinamento è diretto ad evitare il ripetersi di eventi dannosi e 
deve prevenirli. Nel caso dell’Ilva, l’esercizio di alcuni impianti ha determinato danni addirittura accertati in sentenze passate in giudicato. Chi adotta un 
provvedimento amministrativo come l’AIA non può quindi collaborare alla 
l
esione di quei beni e valori, tutelati al massimo livello dall’ordinamento.
Non basterebbe certo autorizzare gli impianti in questione con un revamping 
condizionato da prescrizioni, dato che le perizie chieste dal GIP dimostrano che nessun revamping può allineare quegli impianti alle minori emissioni possibili, consentite dalle migliori BAT.
In ogni caso, in attesa di eventuali lavori di rifacimento ex novo degli impianti 
con le migliori tecnologie in assoluto, il processo produttivo attuale, altamente 
inquinante, non può essere autorizzato.
Nessuna deroga può essere concessa.
L’AIA infatti non può prevedere deroghe all’ordinanza del GIP dott.ssa Patrizia
Todisco.
Permane pertanto il divieto di uso degli impianti a fini produttivi fino a che gli 
impianti non dovessero essere completamente rifatti rimuovendo il pericolo.
Nessun cronoprogramma che prefiguri prossime novità tecnologiche può 
prolungare la vita dell’attuale ciclo produttivo basato sulle attuali tecnologie 
inquinanti dell’area a caldo.  La produzione dell‘area a caldo attuale va 
comunque fermata perché - come documentato dall’ordinanza del GIP dott.ssa Patrizia Todisco - le attuali emissioni inquinanti in eccesso costituiscono un 
pericolo incombente sulla salute e sulla vita delle persone.
 
AIL - Associazione Italiana contro le Leucemie
Paola D’Andria
 
Fondo Antidiossina Taranto ONLUS
Fabio Matacchiera
 
PeaceLink
Alessandro Marescotti
 
Per altre informazioni
http://www.tarantosociale.org

Il condono TARSU del Comune di Lecce è illegittimo sentenza-corte-cassazione_n-12679_30-05-2012

http://blip.tv/teleoccidente/t-o-informazione-21-09-12-6363865

TeleOccidente

 

 
 
Liquidazione del corrispettivo dovuto alla Servizi Comunali Integrati R.S.U. s.p.a. per la gestione integrata dei rifiuti nel mese di marzo 2011 – Acconto sull’importo per l’anno 2011.

Tipo di informazione: Atti Pubblici

Data: 10/05/2011


Ulteriore impegno di spesa e liquidazione del corrispettivo dovuto alla Servizi Comunali Integrati R.S.U. s.p.a. relativo all’accordo presso l’Assessorato dell’energia dicembre 2011

Tipo di informazione: Atti Pubblici

Data: 19/01/2012


PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

ALLEGATI

 

 

SCHEMI ED ATTI COSTITUZIONE S.R.R. RIFIUTI REGIONE SICILIA LUGLIO 2012

SCHEMA DI DELIBERA – ATTO DI COSTITUZIONE SOCIETÀ CONSORTILE PER AZIONI, DENOMINATA SOCIETÀ PER LA REGOLAMENTAZIONE DEL SERVIZIO DI GESTIONE RIFIUTI A.T.O

Adobe Portable Document Format (PDF) SCHEMA DI DELIBERA (Dimensione documento: 112026 bytes)

SCHEMA DI DELIBERA – MODIFICA PER I COMUNI DELLE PROV. DI PALERMO CATANIA TRAPANI AGRIGENTO CALTANISSETTA E MESSINA , CHE HANNO GIà DELIBERATO IN CONSIGLIO LA COSTITUZIONE DELLA S.R.R. PRIMA DEL 06 Luglio 2012

Microsoft Word SCHEMA DI DELIBERA (Dimensione documento: 39424 bytes)

http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_AssEnergia/PIR_Dipartimentodellacquaedeirifiuti/PIR_FAQDAR/PIR_LRn9CostituzioneSocietaperazioniSRR/PIR_schemi_atti

ILVA 315 12 98 12 938 10 RICHIESTA RIESAME AVVERSO L’ORDINANZA EMESSA DAL GIUDICE TODISCO PER LE OINDAGINI PRELIMINARI 25 LUGLIO 2012

SILVIA COSCIENZA Nuovo direttore generale al Coinres “E’ più pagato rispetto al precedente”

http://blip.tv/teleoccidente/t-o-informazione-20-09-12-6362347

CONSORZIO INTERCOMUNALE RIFIUTI DEL PALERMITANO

Nuovo direttore generale al Coinres “E’ più pagato rispetto al precedente”

di Markez
raccolta-rifiuti-netturbino_29498
21 settembre 2012 – Coinres ancora una volta nell’occhio del ciclone. Il Consorzio intercomunale rifiuti, energia e servizi che si occupa della raccolta dell’immondizia in ventuno comuni del Palermitano torna al centro delle polemiche per il licenziamento del vecchio direttore generale Riccardo Incagnone e la nomina al suo posto di Roberto Celico, più pagato secondo i sindacati, e anche compagno del nuovo commissario liquidatore unico del Coinres Silvia Coscienza.
Tutto questo accade mentre i circa 500 dipendenti si preparano a scendere nuovamente in piazza, poichè sono senza stipendio di agosto e senza la quattordicesima mensilità che, come da contratto, doveva essere erogata entro il 30 giugno. I sindacati sono di nuovo sul piede di guerra e proclamano uno sciopero dei lavoratori per il prossimo 28 settembre. Sullo sfondo si agita anche lo spettro dell’emergenza rifiuti, con le strade invase e sommerse dall’immondizia.
La vicenda promette sviluppi. L’ex direttore Incagnone ha già inviato l’intera documentazione alla Corte dei Conti ed è pronto a dare battaglia davanti al Tribunale del Lavoro. “Il mio compenso l’ultimo – dice Incagnone – è stato di 3700 euro mensili. Il contratto stipulato all’ingegnere Celico è al netto della ritenuta d’acconto di 4200 euro oltre Iva e contributi per legge. Non solo, nel contratto che ho siglato la mia nomina si intendeva rinnovata salva diversa pattuizione tra le parti, entro sei mesi dalla data di prima scadenza. La comunicazione è arrivata a settembre di quest’anno”.
Nella lettera inviata dal commissario Coscienza a Incagnone si legge che “alla luce delle circostanze circa la situazione del Coinres, Consorzio posto in liquidazione e versa in conclamate crisi economiche e finanziarie, le comunico che non è intenzione di questa amministrazione avvalersi, allo stato attuale, di una figura dirigenziale con funzioni di Direttore Generale. Voglia attivarsi per il passaggio di consegne”.
Per il commissario liquidatore la sua scelta è legittima anche perchè “non c’era più il rapporto di fiducia”. “Lo sfascio del Coinres – aggiunge Coscienza – con le inchieste è sotto gli occhi di tutti. Avevo bisogno di avere accanto una persona di cui mi fidavo. Lo stesso presidente della Regione Lombardo sapeva che avrei accettato l’incarico solo se potevo avere al mio fianco l’ingegnere Roberto Celico”.
E sulla retribuzione del nuovo direttore il commissario spiega che l’ingegnere Celico “carte alla mano percepisce lo stesso trattamento economico del predecessore. Il fatto che sia il mio compagno non rappresenta nessuno scandalo. L’ingegnere Celico si è occupato dell’emergenza rifiuti in Calabria e Campania. E’ il meglio che potevamo avere in Sicilia”.
Per quanto riguarda la situazione dei circa 500 dipendenti pronti a scendere in piazza, Silvia Coscienza afferma: “Siamo in un momento di crisi, i dipendenti devono sapere, che come succede in altre realtà, non ci sono i soldi per pagare la 14 esima e la tredicesima. Siamo in crisi. E’ bene che tutti lo sappiano”.



Liquidazione del corrispettivo dovuto alla Servizi Comunali Integrati R.S.U. s.p.a. per la gestione integrata dei rifiuti nel mese di marzo 2011 – Acconto sull’importo per l’anno 2011.
Tipo di informazione: Atti Pubblici
Data: 10/05/2011


Ulteriore impegno di spesa e liquidazione del corrispettivo dovuto alla Servizi Comunali Integrati R.S.U. s.p.a. relativo all’accordo presso l’Assessorato dell’energia dicembre 2011
Tipo di informazione: Atti Pubblici
Data: 19/01/2012

PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

ALLEGATI

SCHEMI ED ATTI COSTITUZIONE S.R.R. RIFIUTI REGIONE SICILIA LUGLIO 2012

SCHEMA DI DELIBERA – ATTO DI COSTITUZIONE SOCIETÀ CONSORTILE PER AZIONI, DENOMINATA SOCIETÀ PER LA REGOLAMENTAZIONE DEL SERVIZIO DI GESTIONE RIFIUTI A.T.O
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SCHEMA DI DELIBERA – MODIFICA PER I COMUNI DELLE PROV. DI PALERMO CATANIA TRAPANI AGRIGENTO CALTANISSETTA E MESSINA , CHE HANNO GIà DELIBERATO IN CONSIGLIO LA COSTITUZIONE DELLA S.R.R. PRIMA DEL 06 Luglio 2012
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